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La lettera aperta di Giuliano Marongiu all’eurodeputata Lara Comi, pubblicata da Sardegna Live, non è rimasta senza risposta. All’indirizzo della nostra redazione è stato inviato un comunicato dell’Ufficio Stampa dell’onorevole che recita testualmente: “Invito tutti coloro i quali mi hanno attaccato in modo strumentale, e ingiustamente, a riascoltare quanto ha dichiarato oggi il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli. Le sue considerazioni ricalcano gli stessi concetti che io ho espresso in buona fede. ‘In Italia - ha riferito Gabrielli - manca una diffusa cultura di protezione civile’: serve un ‘patto sociale’ tra cittadini e istituzioni, altrimenti ‘continueremo a contare i morti’.
Giuliano Marongiu, qualche giorno fa, aveva pubblicamente chiesto che si facessero meno dichiarazioni “nei caldi salotti televisivi mentre altri spalano nel fango i ricordi di una vita”, invitando, soprattutto i rappresentanti delle istituzioni, a fronteggiare concretamente gli effetti di un’emergenza che non arriva solo con l’alluvione: “Abbiamo tante difficoltà. – scrive Marongiu - Ci sono migliaia di persone che non hanno un lavoro, ci sono migliaia di famiglie che faticano a resistere. La dignità è un valore che l’assenza di lavoro mortifica. Non sentiamo il bisogno, gentile parlamentare europeo, che lei o altri vengano a farci la fotografia su come saremmo dovuti essere o su come non siamo. Avrebbe invece il dovere di occuparsi di noi, di chi non ha un lavoro, di chi fatica a resistere e nonostante tutto combatte”.
Il comunicato dell’onorevole Comi richiama quanto affermato dal capo della Protezione Civile Franco Gabrielli nel corso di un'audizione alla Commissione Ambiente della Camera facendo il punto sull'alluvione in Sardegna: ‘Porre la questione del comportamento dei cittadini non vuol dire non avere rispetto dei morti, ma l'esatto contrario. Allo stesso tempo, se il sindaco fa evacuare preventivamente qualche famiglia e se non piove tanto come previsto, non linciamolo o critichiamolo perché ha adottato qualche misura un po' fastidiosa". Dunque, aggiunge, "bisogna ‘mettersi d'accordo tra cittadini e istituzioni: serve un Paese sensibile ed esigente, che chieda le cose ai suoi sindaci e che però non li crocifigga quando le cose vengono fatte”.
“Non c’è una sola parola che modificherei - ribatte Giuliano Marongiu - di quanto ho scritto pubblicamente qualche giorno fa, e siamo tutti d’accordo che serve un Paese “sensibile ed esigente” e soprattutto governato in modo sensibile ed esigente. Siamo tutti d’accordo che si debba ritrovare un giusto accordo tra cittadini e istituzioni e non solo sul tema della protezione civile. Il mio non è stato un attacco strumentale. Ho trovato offensivo che in un momento così delicato, mentre nelle vie di Olbia e dei piccoli paesi la gente armata di coraggio e dignità e spogliata di tutto accantonava le macerie di una vita distrutta, arrivasse dall’alto una dichiarazione che, in buona fede o meno, ci è sembrata inopportuna. Avremmo preferito un dignitoso silenzio”.
“Gabrielli – aggiunge Lara Comi – ha ricordato nello specifico che in certi contesti ‘non si possa stare nei seminterrati, tanto che è scritto sul sito della protezione civile’. E che considera ‘criminale che si consenta l'abitabilità dei seminterrati’, soprattutto in zone a rischio esondazione: perché questi sono i presupposti ‘che ci portano a raccattare morti in giro per l'Italia’. Il problema è dunque la catena di comando che deve rispondere ai meccanismi di allerta della protezione civile nazionale, soprattutto se il rischio paventato è elevato, con piani precisi, conosciuti e allenati. Da questo punto di vista serve uno sforzo collettivo da parte di tutte le istituzioni territoriali. E non servono polemiche ad arte”.
“La mia non