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Due Unioni, 20 Comuni, 29mila abitanti 7 azioni e oltre 30 interventi. Questi i numeri de “La Sapienza del Villaggio”, il diciottesimo progetto della Programmazione territoriale firmato ieri a Milis dall’assessore Raffaele Paci e finanziato con 14 milioni e mezzo di euro, di cui 2 e mezzo destinati ai bandi per le imprese locali.
«Nel nome di questo progetto troviamo una delle chiavi fondamentali della nostra programmazione territoriale, cioè la riscoperta del grande patrimonio delle nostre comunità individuato come punto di ripartenza per lo sviluppo – ha dichiarato Paci -. Dunque ripartire dalla Comunità, ripercorrerne la storia, analizzarne le caratteristiche per ricostruire un quadro attuale di ciò che ancora oggi merita di essere valorizzato e di ciò che contemporaneamente può e deve rimanere radice del passato ma humus del presente. E in queste Comunità continuare a vivere, non per la necessità imposta dalla carenza di alternative più allettanti, ma per una scelta consapevole, meditata e vantaggiosa. Nelle tradizioni uniche e produzioni tipiche dei nostri paesi c’è tutto quello che serve per costruire un nuovo sviluppo, fatto di posti di lavoro, di una migliore qualità della vita, di una offerta unica per i turisti. Puntare su tutto questo, con un progetto voluto ed elaborato da quelle stesse comunità, significa aver capito quale è il vero antidoto allo spopolamento dei nostri paesi”, sottolinea il vicepresidente della Regione».
Queste le sette azioni: percorsi ambientali, dei fiumi e delle acque, persfruttare la marginalità come valore: i centri costieri diventano canali per l’attrazione e la distribuzione dei flussi turistici dalla costa verso l’interno. E così Bosa e Cuglieri sono le porte di accesso dal mare, a partire dalle quali attraverso i percorsi ambientali il visitatore e accompagnato verso le aree interne. Percorso di valorizzazione del territorio e delle produzioni tradizionali-identitarie (Malvasia e Vernaccia): si presentano al turista le zone di produzione dell’uva, le attrezzature, le tecniche tradizionali per la lavorazione e la conservazione del vino, nonché gli ambienti destinati alla stagionatura, attraverso sentieri del vino che valorizzino tutto l’ambiente nel suo complesso. Messa in rete e valorizzazione degli attrattori culturali e identitari: recupero, restauro e messa in sicurezza dei siti; messa a punto degli allestimenti; messa in rete degli attrattori archeologici, culturali, identitari e di fede in un percorso articolato che coinvolga pubblico e privato; visibilità del prodotto turistico. Competitività del sistema produttivo: sostegno alle imprese locali attraverso un Bando Territoriale nei settori turismo, servizi al turismo, produzioni tipiche, cura e manutenzione del territorio, sociale, con una attenzione particolare alla nascita di cooperative di comunità.
La comunità e i suoi bisogni, primo fra tutto quello di anziani e famiglie con bambini, attraverso cooperative di comunità e associazioni. Miglioramento dei servizi essenziali del territorio, cominciando da scuole e infrastrutture. Governance Territoriale, per una rapida e snella realizzazione dei progetti.
«Con questa Programmazione territoriale abbiamo scelto di far tornare i paesi, i territori, le zone interne della Sardegna protagonisti assoluti, mai come in questi anni sono stati al centro delle politiche di sviluppo della Regione. Ed è una scelta che rivendichiamo con forza, perché nulla è stato imposto dall’alto ma tutto condiviso passo dopo passo, per ridare voce a quei paesi in passato troppo spesso dimenticati – ha aggiunto l’Assessore alla Programmazione -.Con la programmazione territoriale da 500 milioni abbiamo garantito attenzione a tutti, chiamandoli a progettare insieme a noi la loro idea di sviluppo e di futuro, assicurando importanti finanziamenti, e la risposta è stata straordinaria, tanto che alla nostra programmazione territoriale partecipa il 100% del territorio ammissibile. Una sfida importante e inedita, che stiamo vincendo tutti insieme ma che stanno vincendo soprattutto gli splendidi paesi della nostra Sardegna che hanno capito perfettamente una cosa, la più importante: ogni possibilità di sviluppo è già nelle loro comunità, basta riuscire a valorizzarla per costruire un futuro migliore».