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Manca poco all’inizio della 72esima edizione del Festival di Sanremo e nell’aria c’è un grande fermento. Oggi finalmente inizia la prima serata e non tutti sanno che in quel maestoso teatro della Città dei Fiori ci sarà anche un po' di Sardegna. La nostra Isola, infatti, sarà ben rappresentata da un giovane che nei suoi soli 29 anni cela grande esperienza, professionalità, spiccata creatività e intelligenza emotiva. “Come mi sento? Sono contentissimo ed emozionato”. Lui è Luca Faraone, musicista e compositore. Ad Assemini, dove è cresciuto, ha iniziato a scrivere e suonare fin da piccolo. A 19 anni ha deciso di trasferirsi a Londra per coronare il suo sogno di vivere da musicista. In questa città è maturato artisticamente, ha affinato il suo talento e lavorato, tra i tanti, con Emeli Sandè, il gruppo britannico “Incognito”, suonato live con Craig David, Camila Cabello, Rita Ora e Tom Jones.
L’anno scorso ha scelto di tornare in Italia e subito ha iniziato la collaborazione con grandi cantanti del nostro panorama musicale. A partire da oggi e per tutti i cinque giorni del Festival potremo ascoltare qualcosa di suo: ha scritto l’orchestrazione di “Insuperabile”, brano in gara di Rkomi, ne ha curato la direzione musicale delle performance e sarà lui a dirigere l’orchestra per tutte le esibizioni del Festival; ha scritto e prodotto, con Giulio Nenna e Shablo, il brano in gara di Irama “Ovunque sarai”; la cover che lo stesso Irama porterà a Sanremo insieme a Gianluca Grignani è arrangiata da lui e prodotta da lui e Shablo. Ma non è finita qui perché come Luca dice c’è anche la “ciliegina sulla torta”: il brano che Laura Pausini canterà nella serata di mercoledì è scritto dal musicista sardo, con Madame e Shablo.
Luca, tra poche ore si alzerà il sipario sulla 72esima edizione del Festival, come ti senti?
“Non sento agitazione e ansia, però sono emozionato e veramente contento. Questa esperienza, rispetto alle tante altre importanti avute finora, la sento più mia, sarà per il fatto di dirigere un’orchestra su quel palco, così importante, in Italia, in un festival che ho sempre guardato fin da piccolo. Penso anche ai miei nonni e a quanto sia importante per loro la mia presenza in quel teatro. Essere fonte di orgoglio, per la mia famiglia e per tutte le persone che in generale mi seguono, mi riempie immensamente di gioia.”
Cosa ti hanno detto i tuoi nonni quando l’hanno saputo?
“Loro sono in un brodo di giuggiole, sono veramente contentissimi anche perché non ce l’aspettavamo. Io, infatti, non la vedevo come una cosa a cui mirare specificamente, considerato oltretutto che mi sono tornato in Italia solo da un anno. I miei nonni mi scrivono costantemente, ci sentiamo molto e sono di supporto.”
Perché ti sei trasferito a Londra?
“Perché volevo fare il musicista, volevo farlo come mestiere, seriamente. In Sardegna suonavo tanto e ho iniziato a farlo professionalmente quando avevo 14 anni. Sono arrivato, a 19 anni, ad aver suonato un po' con tutti i gruppi musicali sardi, in giro per le piazze, ad aver fatto lavori in studio e performance live. Nonostante suonassi quasi tutti i giorni questo non mi permetteva di avere una vita che potesse sostenersi solamente con la musica. In più avevo aspirazioni, il mio sogno era suonare sui palchi di tutto il mondo, davanti a decine di migliaia di persone, con artisti importanti. Quindi mi sono trasferito a Londra, in realtà con l'idea di farci un mesetto e di vedere come fosse la situazione, convintissimo che il livello musicale fosse così alto da non riuscire sostanzialmente a farci niente, però ero molto stimolato dal fatto che l'essere dentro un ambiente di livello musicale incredibile potesse comunque aiutarmi tantissimo. Anziché un mese ci sono rimasto 9 anni. Ho suonato con un sacco di gente incredibile e ho avuto una curva di apprendimento enorme. Penso che nessuna scuola mi avrebbe mai potuto dare tutto questo bagaglio di esperienze. Sono andato lì allo sbaraglio, senza conoscere nessuno. Per fortuna è andata molto bene: ho suonato con grandi musicisti e ho cominciato a fare tournée con artisti internazionali un po’ in giro per tutto il mondo. Ho coronato il primo sogno che avevo.”
Il secondo quale è stato?
“Quello di cominciare a scrivere per questi artisti, ovvero cominciare a mettere la mia creatività al servizio della musica piuttosto che semplicemente esibirmi e fare delle performance.”
E anche questo sogno sei riuscito a coronarlo. Parliamo di Laura Pausini
“Una collaborazione totalmente inaspettata e incredibile. Lei è un’icona. Quest’estate si è messa in contatto con me e Shablo e ci ha chiesto di produrre un suo pezzo, scritto da Madame. Abbiamo fatto una bozza, a lei è piaciuta tantissimo e abbiamo deciso subito di vederci e continuare a lavorare insieme. Il singolo nuovo è bellissimo, che poi tra l'altro sarà anche colonna sonora del primo film a lei dedicato che uscirà in 240 Paesi.”
C’è un cantante particolare a cui ti piacerebbe dare un tuo pezzo?
“Questa domanda mi fa riflettere un secondo perché ultimamente e casualmente ho lavorato con gli artisti che mi piacciono molto. Ti potrei dire “I pinguini tattici nucleari”, mi piace la scrittura di Riccardo, lui è veramente bravissimo. Di altri…ti potrei fare tanti nomi, come Bruno Mars, ma ce ne sono davvero tantissimi”.
Parliamo di Rkomi, questa sera dirigerai l’orchestra per lui
“Come ti ho detto ho la fortuna di lavorare con cantanti che stimo molto e lui è uno di questi.
Con lui ho fatto varie cose da quando ci conosciamo. Il nostro rapporto è un rapporto che mi consente di lavorare nella maniera migliore possibile, nel senso che siamo amici e condividiamo l'esperienza della musica e il suo percorso, insieme. Quindi anche quello è una cosa iper stimolante: l’essere, in prima persona, coinvolto nella creazione di una nuova espressione della sua identità artistica è una cosa che mi dà una soddisfazione enorme, è ancora più importante per me che piuttosto che andare in studio un giorno e scrivere un brano.”
Che altro dire? Complimenti Luca e non vediamo l’ora di vederti all’Ariston!