"Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio. La storia della propria amicizia con Dio si sviluppa sempre in uno spazio geografico che diventa un segno molto personale, e ognuno di noi conserva nella memoria luoghi il cui ricordo gli fa tanto bene. Chi è cresciuto tra i monti, o chi da bambino sedeva accanto al ruscello per bere, o chi giocava in una piazza del suo quartiere, quando ritorna in quei luoghi si sente chiamato a recuperare la propria identità. (Laudato sii, 84).

Oggi, niente di più vero! Ciò che è successo tra Nurri ed Isili mi interroga come cristiano e come cittadino. Sembrerà banale, semplicistica... eppure è un inciso che fa parte della riflessione offerta dall'ultima enciclica di Papa Francesco.

Io, a queste sue parole che fotografano e immortalano la "casa comune" che saremmo chiamati a custodire, a ritrovare, a proteggere e a promuovere, aggiungo la mia personalissima solidarietà alle comunità colpite da tanta, troppa cattiveria.

Sono quelle comunità che oggi, ora, adesso... anche al termine di una giornata faticosa, lottano con i danni causati e provocati dal fuoco acceso da menti e cuori incoscienti (per usare termini sempre educati e sempre civili).

La preghiera che mi sento di offrire e che desidera farsi carico della sofferenza di tanti. Vuole essere solo un primo segno e un primo abbraccio. Potessi fare qualcosa la farei!

Prego perchè possiamo imparare ad amare di più la Terra, oggi sempre più "sacra" e che ci è stata data in dono. Prego perchè possiamo imparare la lezione anche da questo giorno. Prego perchè possiamo imparare quanto prima a vivere e a gustare la fraternità anche tra di noi. Prego perchè possiamo apprezzare il lavoro premuroso di quegli uomini e donne di buona volontà, che da più fronti si impegnano perchè la nostra Sardegna sia sempre più bella.

Sì, oggi, contemplo il creato come dono e chiedo scusa se sono proprio queste vicende a ricordarmi che proprio la Terra dice e ridice... racconta insomma, la mia storia... "l'identità" per riprendere le parole di Papa Francesco.

Oggi, contemplo il lavoro, quello di chi non chiuderà occhio perchè chiamato a dare il proprio contributo nella conta dei danni che questo disastro ha procurato.

Il Signore (almeno per chi crede) conceda a tutti di maturare nuovi stili di vita e di accrescere tra tutte le nostre comunità tanta e nuova corresponsabilità. Per gli altri, per chiunque (questo il mio augurio) regni la difesa costante del bene comune, della Terra e del lavoro dell'uomo oggi più che mai prezioso e benedetto.