PHOTO
Piena volontà di supportare il prodotto turistico culturale-religioso con nuova e concreta progettualità e con risorse reali e ben identificate.
È il concetto chiave emerso da un incontro, tenutosi nei giorni scorsi nella sede dell’assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio e voluto fortemente dai territori coinvolti, durante il quale sono state poste le basi per un’ulteriore e più organica strutturazione del turismo religioso in Sardegna, in modo che possa competere sui mercati (già individuati) attratti dal tematismo e che rappresenti un veicolo di sviluppo per le aree interne dell’Isola.
L’assessore Francesco Morandi ha riunito i sindaci di sei comuni (Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi, Luogosanto e Orgosolo) chiarendo le intenzioni della Giunta regionale di dare continuità al progetto di rilancio delle destinazioni del turismo religioso e approfondendo le tematiche e le prospettive, a fronte di un passato nel quale lo stanziamento di fondi non era stato seguito da un’attività progettuale in grado di dare attuazione, nei tempi imposti dalle risorse comunitarie a disposizione, alle ipotesi condivise con i comuni coinvolti.
"Il nuovo percorso, che troverà attuazione a partire dal 2015, sarà sostenuto – ha spiegato – da nuove risorse individuate nei fondi europei 2014-2020”. Il primo passo concordato durante l'incontro sarà quello di dare vita ad uno specifico Club di prodotto, costituito in questa prima fase dai Comuni destinazione, mediante la stipulazione entro la fine dell'anno di un apposito protocollo d'intesa.
Nel corso dell’appuntamento l’Assessore Morandi ha espresso “la necessità di una stretta sinergia fra tutte le amministrazioni locali interessate (quelle presenti alla riunione e quelle protagoniste dei vari itinerari religiosi sardi) nell’ambito di un piano teso alla creazione, con la regia regionale, di un’offerta unica e strutturata, capace di attrarre ‘nicchie’ di possibili fruitori nei mercati interessati e che possa diventare competitiva in un segmento turistico che coinvolge 300 milioni di persone nel mondo e di movimentare in Italia ogni anno, circa cinque milioni e mezzo di pellegrini”.
“La Sardegna ha un patrimonio culturale-religioso di valore inestimabile – ha spiegato l’esponente della Giunta – custodito grazie alla attività della Chiesa e delle Comunità locali, che può rappresentare, salvaguardandone la valenza spirituale, anche uno strumento capace di produrre beni e servizi. Partendo da questo assunto, l’attività di strutturazione e promozione del turismo religioso non sarà soltanto limitata al settore ma anche indirizzata a uno sviluppo complessivo dei territori delle aree interne, secondo una vocazione che è loro propria, potenziali attrattori di fedeli e appassionati di cultura religiosa”.
Parallelamente e congiuntamente al progetto che coinvolge i sei comuni già citati (per cui è in fase di istruttoria l’iscrizione all’Albo dei Cammini e Itinerari dello S