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“Pasqua si avvicina mi chiedo chi non sta lavorando, quando finirà i risparmi sacrificati, come farà a pagarsi la spesa. Bene o male noi allevatori stiamo lavorando, non arricchendosi come qualcuno penserà. Io volevo proporre agli allevatori pozzomaggioresi di donare un agnello (o meglio il numero di agnelli che uno può donare) a chi in questo momento a Pozzomaggiore ha chiuso l’attività”.
Era esattamente il 23 marzo quando Antonio Nurra, un pastore di Pozzomaggiore, formulò questa proposta tramite la sua pagina Facebook. Erano appena state emanate le normative regionali e governative contro la diffusione del Coronavirus.
Molte attività di Pozzomaggiore, così come altre, hanno dovuto chiudere per via delle restrizioni. Da lì l’iniziativa dei pastori locali che, come gesto di solidarietà, così come i proprietari lo erano stati nei loro confronti nei giorni caldi della lotta per il prezzo del latte, hanno deciso di donare un agnello a ognuno di loro.
“So che per una famiglia – aveva concluso Nurra – un agnello non è tanto e non gli salva la vita, però a noi allevatori, un agnello venduto al macellaio non ci cambia la vita. Quando noi abbiamo scioperato ci sono stati vicino”.