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È andato in archivio anche il terzo degli incontri inseriti all’interno del ciclo di conferenze dedicato a “Sassari e le sue statue”, organizzato da Aristeo. Dopo il professor Manlio Brigaglia e il direttore Paolo Cau, l’Archivio storico comunale ha ospitato, nella giornata di giovedì 1 febbraio, Simonetta Castia e Stefania Bagella, che hanno illustrato gli aspetti più significativi dell’evoluzione dell’arte statuaria urbana negli ultimi anni.
«C’è un percorso di valorizzazione della città – ha sottolineato Castia – che lega una serie di iniziative approdate naturalmente nella volontà di realizzare un monumento a Enrico Costa, un passo significativo che doveva essere fatto da tempo. Questo percorso confluisce non solo nel desiderio di realizzare una scultura, ma anche nella volontà di stimolare i cittadini verso il suo insegnamento, per farlo sentire presente e in mezzo a noi»
Inoltre, la studiosa ha elencato le numerose iniziative messe in campo in questi anni da Aristeo, a partire dal progetto “Enrico Costa racconta”, iniziato nel 2004 per concludersi nel 2009, l’anno del centenario, per toccare le “Reliquie di Sardegna”, basato su una tavola di Costa sulle memorie della città, realizzato nel 2011 al Palazzo ex infermeria San Pietro in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia. In particolare, sono stati menzionati “Siam le strade, siam le piazze. Accorrete tutti!”, installazione pavimentale di piazza Fiume, e la più recente mostra “Thappe, mappe e memorie di un recente passato” proposta nel dicembre 2016 alla Biblioteca universitaria di via Enrico Costa.
Un approfondimento è stato dedicato alla realizzazione di un monumento dedicato a Enrico Costa, che sarà collocata a breve in piazza Fiume. «Stiamo realizzando una statua che lo ritrae come fosse vivo – ha spiegato l’avvocato Salvatore Porcu, presidente del “Comitato per un monumento a Enrico Costa” – ma renderlo vivo significa anche fare in modo che i sassaresi sappiano chi era questo personaggio. Per Sassari, perché questo personaggio è Sassari, non solo nel suo racconto storico, ma nella sua apertura mentale».
Quest’ultimo ha illustrato le numerose difficoltà nel portare avanti l’iniziativa, menzionando l’importante contributo dato dalla Fondazione di Sardegna e dall’Ordine degli avvocati. «Tutto va bene a condizione che si sensibilizzi la città», ha affermato il presidente, che ha posto l’accento sul lodevole impegno intrapreso in questi anni da Castia e Bagella, da Paolo Cau e da tutti quelli che si stanno impegnando nel ricordare il “cantore della città”: «Grazie al loro impegno, questo piccolo ambiente sta diventando un centro della cultura e della memoria».
Stefania Bagella ha illustrato invece alcuni esempi significativi di statue presenti in numerose città internazionali, tipo quelle a Oscar Wilde, Mark Twain, James Joyce, Totò, Stradivari, Jane Austen, Italo Svevo, Umberto Saba, Han Christian Andersen, inserite in un contesto di apparente informalità, che appaiono nell’atto di passeggiare o partecipare insieme alla popolazione alla vita di tutti i giorni. È a questo concetto che si vorrebbe ispirare la realizzazione della statua per il Costa. «La scultura urbana contemporanea esprime un modo di rapportarsi dello spazio urbano – ha specificato Bagella – attraverso una possibilità di interazione e di contatto diretto con le rappresentazioni di o situazioni rappresentative sul filo della memoria».