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Marta Deligia aveva 27 anni ed è stata uccisa a settembre del 2013 a Villacidro, un piccolo comune che dista 40 chilometri da Cagliari. Giuseppe Pintus, il suo ex fidanzato di 37 anni, le ha stretto forte il braccio intorno al collo e poi ha deciso di portare il cadavere della ragazza in auto, forse per fare l’ultima passeggiata insieme.
Pintus non si rassegnava alla fine della loro storia d’amore e aveva iniziato a seguire Marta Deligia che aveva trovato il coraggio e lo aveva denunciato per stalking.
A tradire Giuseppe Pintus è stata una telefonata ad un’amica a cui ha confidato che voleva suicidarsi perché aveva “fatto una cavolata” uccidendo Marta. I militari lo hanno fermato nello stesso luogo dove aveva lasciato la sua auto su cui c’era il cadavere di Marta Deligia, aveva una corda.
Mentre lo portavano via ha detto che non voleva uccidere la sua ex ragazza, però quanto accaduto è stato solo l’epilogo. Per 8 lunghi mesi Marta Deligia è stata minacciata e pedinata, Pintus si recava anche sul luogo di lavoro e quando lo ha denunciato ha confessato ai militari che voleva vivere la sua vita perché non lo amava più. Era il 6 settembre 2013 quando Marta Deligia ha formalizzato la denuncia e il giorno del delitto i militari dovevano andare da Giuseppe Pintus per la notifica, la ragazza invece è stata uccisa all’alba del 23 settembre.
Giuseppe Pintus lo scorso mese di febbraio è stato condannato a 30 anni e ad un risarcimento di 200mila euro per la morte di Marta Deligia. I familiari non sono soddisfatti perché si aspettavano che l’assassino terminasse la sua esistenza in galera. Marta, come tutte le vittime di femminicidio, meritava di vivere. Anche questo è uno di quei delitti annunciati raccontati da docu-fiction Amore Criminale.