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C’è allarme nel comparto legato alla pastorizia, in modo particolare all’agnello, per la piega che sta prendendo la diffusione del Coronavirus.
Per Contas e Uniceb (Unione importatori esportatori industriali, commissionari grossisti ingrassatori macellatori spedizionieri carni bestiame e prodotti derivati) c’è il rischio di perdite economiche di oltre 7 milioni di euro a livello regionale e di 20 milioni a livello nazionale.
“Siamo a ridosso di Pasqua, che insieme al Natale rappresenta il momento di maggior consumo dell’agnello – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Attualmente sono pronti 350 mila agnelli da latte, 150mila dei quali Igp di Sardegna. Solo con l’aiuto di tutti possiamo scongiurare l’ennesima calamità per i pastori”.
“Stiamo chiedendo – così Cualbu – interventi straordinari ed immediati al Governo per promuovere misure di sostegno urgenti per l'agnello da latte italiano come l'ammasso privato ed un premio alla macellazione con regole trasparenti e condivise che tutelino allevatori e macellatori”.
“Ma occorre anche attivare con urgenza una campagna di promozione per incentivare il consumo dell'agnello italiano all'insegna del claim: ‘Salva le tradizioni tipiche della nostra cultura e aiuta i pastori italiani’ hanno aggiunto Cualbu e Carlo Siciliani, presidente Uniceb.
“Quest’anno sarà una Pasqua anomala per tutti – ha concluso Cualbu – ma non per questo dobbiamo rinunciare di portare a tavola il simbolo della festività pasquale, l’agnello. Compriamo italiano, compriamo l’agnello con il marchio Igp di Sardegna, rispetteremmo la tradizione e sosterremmo concretamente i pastori. Allo stesso tempo chiediamo un impegno ai supermercati e i punti vendita affinché facciano squadra e promuovano l’agnello Igp di Sardegna”.