Stamattina per prima cosa ho sentito al telefono Pinuccio Sciola, al quale sono legato da anni da un rapporto di stima e affetto. Gli ho detto quanto mi abbia addolorato la vicenda relativa al murale di Piazza Repubblica. Gli ho anche promesso che avrei indagato a fondo sulla cosa.

Della vicenda, voglio chiarirlo subito, sono venuto a conoscenza solo ieri sera, nei momenti conclusivi del Consiglio Comunale, e quindi solo stamattina ho potuto occuparmene.

Vi illustro gli esiti della mia verifica, citando in carattere corsivo i punti salienti della relazione tecnica dei lavori.

 

A seguito dell'intervento dei Vigili del Fuoco, il condominio di Piazza Repubblica ha comunicato all'amministrazione comunale, come prevede l'articolo 88 del Regolamento Edilizio, di dovere procedere alla demolizione di parti pericolanti della parete esterna dell'edificio, a tutela della pubblica incolumità.

L'articolo 88, voglio ricordarlo, in circostanze simili dà ai proprietari la facoltà di adottare misure urgenti di messa in sicurezza, senza la necessità di autorizzazioni espresse.

Nel corso dei lavori è venuta alla luce una situazione ben più grave di quella apparente.
Il muro perimetrale era costituito da due pareti di mattoni, separate da una camera d'aria. La parete esterna, realizzata con mattoni da 8cm disposti a coltello, «per un originale difetto di cottura dei manufatti, e per il dilavamento a cui essa è stata assoggettata nel tempo» è stata interessata da un «diffuso sfondamento [...] con l'apertura di consistenti brecce.»

«Tutta la superficie del prospetto è interessata da una diffusa "ragnatela" di microlesioni che ne pregiudicano un efficace risanamento».

 

Il prospetto dell’edificio, in sintesi, già nella fase di messa in sicurezza risultava compromesso. Successivamente, nello studio dell’attuale intervento di ripristino, è emerso che:

«In conseguenza della fenomenologia riscontrata appare pertanto non realizzabile la ricucitura delle fessurazioni e delle lesioni, e la ripresa della tinteggiatura del prosp