I temi della sanità sarda sono stati al centro dell’incontro che si è tenuto questa mattina tra l’assessore Mario Nieddu e i sindacati di Cgil, Cisl e Uil. “Un’occasione di confronto, in particolare sulla carenza del personale sanitario”, dichiara l’assessore Nieddu.

“Abbiamo parlato numeri alla mano. Sul fronte delle assunzioni – precisa l’esponente della Giunta – in tre anni abbiamo bandito 140 concorsi, oltre la metà già espletati a cui si aggiungono centinaia di selezioni e stabilizzazioni. Alcuni di questi concorsi, peraltro, sono stati banditi e ribanditi più volte perché il numero dei partecipanti non era sufficiente a soddisfare le necessità del nostro sistema sanitario.

Per quanto riguarda gli specialisti, inoltre, sempre più spesso accade che i concorsi vengano utilizzati come strumento alternativo alla mobilità da medici già strutturati. Per dare una cifra, nell’ultimo concorso per specialisti in anestesia e rianimazione su cento candidati solo tre medici sono risultati non ancora occupati nei nostri ospedali”.

Un quadro generale – prosegue l’assessore – che non è una peculiarità della nostra regione. La Sardegna affronta una carenza di personale sanitario, in particolare medici specialisti, che arriva da lontano e riguarda tutto il territorio nazionale. A livello regionale abbiamo aumentato il numero delle borse di studio per le scuole di specializzazione, passate da poco meno di una trentina a oltre duecento. Una buona notizia arriva dal fatto che fra pochi mesi i tanti specializzandi figli della nuova programmazione entreranno al terzo anno e potranno essere già impiegati nel nostro sistema sanitario”.

Partendo dal presupposto che oggi in Sardegna le carenze di personale si riscontrano ovunque, con i sindacati è stato affrontato anche il nodo legato alla necessità di una maggiore razionalizzazione delle risorse umane. A oggi – spiega l’assessore – i margini di manovra su questo fronte trovano grossi limiti sul piano della normativa nazionale. Una maggiore flessibilità ci consentirebbe sicuramente di intervenire in modo più incisivo, in particolare, sulle sofferenze degli ospedali periferici. Abbiamo posto la questione a Roma, senza mai avere ricevuto una risposta”.

Diversi i punti di convergenza emersi nel corso dell’incontro che abbiamo deciso di aggiornare a dopo il 22 ottobre, a partire dall’apertura alla mobilità regionale degli Oss. Rafforzare inoltre le relazioni sindacali con le  aziende sanitarie sarà sicuramente un obiettivo che troverà da parte nostra il massimo impegno e collaborazione. Per dare supporto ai presidi in difficoltà ho chiesto ai sindacati di sensibilizzare il personale, così come abbiamo sempre fatto, per promuovere l’adesione agli incentivi messi a disposizione grazie allo strumento delle risorse aggiuntive regionali”.