PHOTO
"Ci sarebbe da essere contenti per una notizia del genere: questa condanna darebbe ragione alla protesta del latte nel febbraio 2019, ma quando vai a vedere gli importi delle multe ti viene da ridere, se pensiamo che quella protesta è costata 1000 denunciati che saranno processati e ognuno di loro anche se gli va bene avrà spese molto più alte di queste multe, per non parlare di chi verrà condannato".
Così su Facebook Gianuario Falchi, uno dei portavoce dei pastori senza bandiere, commenta la decisione dell'Antitrust sui procedimenti nei confronti di sei caseifici dell'Isola. "Se poi andiamo a fare il conto del valore dei litri di latte buttati per terra durante la protesta queste multe fanno veramente ridere - aggiunge - però funziona così, anzi molti caseifici si sono costituiti parte civile e chiedono risarcimenti abbastanza pesanti: come sempre alla fine pagheremo pesantemente noi".
Dovranno pagare sanzioni da due a diecimila euro - a seconda dei casi - per la mancanza di diversi contratti scritti per il pagamento del latte ovicaprino conferito dai pastori nell'annata 2018-2019, quando gli allevatori sardi cominciarono la loro personale battaglia. Tutti avevano fornito all'Authority le fatture di pagamento, che però sono state valutate come "documenti fiscali emessi mensilmente, in via riepilogativa, solo dopo l'avvenuta consegna del latte".
E' stata inoltre contesta "la mancata indicazione del prezzo di acquisto e della qualità del latte". Anche la Lega esulta in Consiglio regionale: "Tutti noi ricordiamo quei concitati momenti vissuti a febbraio 2019. A distanza di tempo la sentenza dell'Antitrust conferma le ragioni dei pastori sardi: gli industriali non hanno seguito le procedure corrette".