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Una relazione dei Carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio artistico e culturale di Cagliari sui lavori di restauro e consolidamento alla Torre dell'Elefante ha portato all'apertura di un'inchiesta della Procura che, però, al momento, non ipotizza alcuna ipotesi di reato.
Il procuratore aggiunto Paolo De Angelis - come anticipato dal quotidiano L'Unione Sarda e confermato all'ANSA - ha aperto un fascicolo per "atti relativi" (formula senza indagati e senza ipotesi di reato) per accertare quando accaduto al monumento medioevale, uno dei simboli del capoluogo sardo. A fine novembre la Soprintendenza aveva imposto il blocco dei lavori di restauro avviati d'urgenza dal Comune. A sospenderli era stato proprio il soprintendente ai beni culturali e archeologici, Fausto Martini, dopo un sopralluogo nel quale aveva accettato che il ponteggio era stato ancorato alla torre con un'ottantina di piccole perforazioni per fissare i tasselli alla pietra medioevale.
Sulla questione i Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio artistico e culturale della Sardegna, guidati dal capitano Paolo Montorsi, hanno effettuato una relazione approfondita ora nelle mani del procuratore aggiunto De Angelis: i militari, in ogni caso, non hanno segnalato nessun danno al monumento né procedure irregolari per la progettazione e l'esecuzione dell'avvio all'intervento di restauro alla Torre. Proprio per questo il fascicolo aperto non indicherebbe ipotesi di reato, ma semplicemente un accertamento sulla vicenda che ha suscitato molto clamore prima di Natale.