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Ha sorpreso tutti l'ipotesi avanzata dopo cinque ore di arringa dall'avvocato Agostinangelo Marras, difensore del 19enne di Nule Paolo Pinna, nel corso del processo a carico del giovane accusato di aver ucciso Gianluca Monni e Stefano Masala con la complicità del cugino Alberto Cubeddu, 21enne di Ozieri.
"E' possibile che la mattina dell'8 maggio Stefano Masala fosse ad Orune e quindi abbia partecipato all'omicidio di Gianluca Monni".
La tesi della difesa, dunque, apre ad un nuovo e inatteso scenario. Secondo Marras il 28enne di Nule scomparso nel nulla non sarebbe stato ucciso da Pinna e Cubeddu la sera del 7 maggio 2015 (come sostenuto dall'accusa). La tesi si basa sulla testimonianza di una donna che raccontò di aver visto, attorno alle 22.30 del 7 maggio, la Opel Corsa di Masala con a bordo due persone che non riconobbe ma che erano sedute una al posto di guida e una dietro. Secondo l'avvocato Marras, dunque, quelle persone non erano Pinna e Cubeddu che per quell'ora avrebbero un alibi. La macchina, inoltre, secondo la testimone procedeva a bassa velocità nei pressi di Nule ma, sostiene l'avvocato della difesa: "Se Pinna e Cubeddu avessero ucciso Masala per rubargli la macchina, come avrebbero potuto passeggiare a quell'ora per le vie del paese correndo il rischio che qualcuno li fermasse o li riconoscesse?".
Da qui l'ipotesi avanzata: "E' possibile che nascosto sotto il sedile anteriore ci fosse proprio Stefano, che magari temeva di essere visto da qualcuno e insieme agli altri due, che noi non sappiamo chi fossero, stesse temporeggiando in attesa che si facesse giorno per andare a Orune e uccidere Gianluca Monni".
Nel corso dell'arringa di oggi la difesa riprenderà l'ipotesi rafforzandola con nuovi elementi.