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Un’intervista fiume che Sardegna Live ha trasmesso nei giorni scorsi e che questa sera, alle ore 21, si concluderà con l’ultima puntata.
Parole che pesano come un macigno e che sconvolgono.
La confessione è di Gian Marco Carboni, Sottotenente medico in forza al 151° Reggimento Fanteria Brigata Sassari nell’anno della strage di Nassiriya che, dopo diciott’anni da quella tragedia, ha scelto di raccontare i fatti, fino ad ora taciuti, di cui è stato diretto testimone.
Dopo il racconto del trauma subito al suo rientro dalla missione Antica Babilonia, il medico della Brigata Sassari ripercorre i momenti vissuti dopo quel dannato 12 di novembre a Nassiriya, quando un camion imbottito di esplosivo e lanciato a tutta velocità fece saltare in aria la base Maestrale dei Carabinieri, che costò la vita a 19 italiani (12 carabinieri, 5 soldati e due civili).
Nella puntata che andrà in onda questa sera emergono dichiarazioni shock.
“So che con queste affermazioni - dice il Sottotenente Carboni - mi attrarrò quanto di peggio mi può succedere, ma io non ho paura. Io non voglio più vivere schiavo della paura”.
Un segreto di Stato? Così come scrive Carboni nel suo libro “Nassiriya. Andata e ritorno”, oppure un qualcosa di strettamente legato a quelle che vengono definite le “mele marce” del sistema militare.
“Rivelerò diverse verità scomode e pesanti. Perdonatemi, ma credetemi non sono finalizzate a nessun guadagno di nessun tipo, ma solo a ciò che la mia decorazione impone come fulgida figura di ufficiale votato alle istituzioni che con la sua opera ha dato lustro e decoro alla Nazione.”
Gian Marco Carboni è stato insignito nel 2006 della Medaglia d’argento al valore dell’Esercito dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
“Io voglio un bene infinito al mio paese, alla mia Patria, all’ Italia e mai e poi mai farei i direi qualcosa di dissimile dalla verità per destabilizzarla. Io credo fortemente nell’ operato dell’Esercito Italiano in Iraq perché lì l’Esercito Italiano ha cercato di portare ordine laddove c’era il caos, con uomini di pace forieri di buone intenzioni”.