Anche le guide turistiche sarde, come tanti altri lavoratori, sono state messe in ginocchio a causa dell’emergenza sanitaria. Oggi queste scrivono una lettera di suppliche e richieste di chiarimenti destinata a ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, al presidente della Regione Sardegna, agli assessori al Turismo e alla Cultura della Regione e del Comune di Cagliari. “Aiutate le Guide turistiche sarde. Quali iniziative intraprese ad oggi? Cosa prevedete per il futuro delle stesse?”, sono queste le richieste delle migliaia di guide sarde. La lettera firmata da un portavoce delle guide Marcello Polastri che scrive: 

“La Sardegna è stata la prima Regione italiana ad aver chiuso porti e aeroporti. Ed anche la prima che ha vissuto il blocco, per precauzione, delle attività delle Guide turistiche, ambientali, agenzie di viaggio, etc. 

Però, senza lavoro, senza bonus, senza aiuti, le guide turistiche, cantori e cantrici della bellezza italiana, sono come al palo, che attendono anche le scelte del Governo centrale e delle regioni. È stata data loro poca attenzione nonostante la categoria professionale sia una delle più colpite dalla crisi. L’indole della guida e la forma mentis è quella di prendersi cura delle persone adattandosi alle esigenze del prossimo e proponendo percorsi alternativi per far immergere i più nella storia e nella fisicità dei luoghi. Allora perché non tutelarle e non aiutarle?

Se l’Italia e se la Sardegna riapriranno con il turismo, è grazie alle guide, ed è per questo ho scritto oggi agli enti preposti. Ciononostante è ancora incerto se, quando e come potranno operare le guide, e infine se lo Stato e le Regioni daranno loro aiuti concreti. Sarà improbabile, ma di fatto va richiesta la giusta attenzione ai megafoni della bellezza nostrana. 

In Lombardia tra le Regioni italiane più colpite dai contagi fin dai primi ceppi del Covid-19, le guide sia turistiche che escursionistiche, hanno avuto i protocolli di sicurezza per poter ripartire in modo “regolamentato” dalla loro Regione. 

In Sicilia la Regione si è presa carico di retribuire dei percorsi turistici alle guide, da offrire poi a titolo gratuito si turisti che verranno. 

In Sardegna non è dato sapere cosa è stato fatto ad oggi per aiutare le guide turistiche, ambientali, escursionistiche. Non si sa neppure, perlomeno in modo ufficiale, se sia attuabile per le visite e attività guidate, una buona prassi di suo di Dpi come ad esempio mascherine protettive, gruppi di massimo 10 persone per visita guidata (come in Lombardia), mantenimento di distanza sociale di 1 metro tra partecipanti. 

Si chiede dunque con la presente di voler cortesemente far pervenire allo Scrivente, delucidazioni e Linee guida per meglio capire data anche l’urgenza dinnanzi alla crisi economica e sanitaria attuale, come le guide e gli accompagnatori potranno riorganizzare la propria attività e la propria esistenza. Con il massimo rispetto si comunica che di fatto esistono possibili soluzioni percorribili.

Ad esempio l’implementazione del personale nei siti archeologici che necessità di nuove leve, tour guidati che le Regioni potrebbero retribuire alle guide “a pacchetto” e offrire agli abitanti delle stesse (non solo dunque ai turisti) per far conoscere ai più le bellezze dei territori locali e promuovere le medesime regioni e territori italiani. Il tutto in un anno nel quale si parla di turismo di prossimità. Le idee non mancano ma sono le azioni istituzionali che potrebbero rendere le stesse operative, data l’esigenza del momento”.