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"Un evento fortemente identitario". Così il sindaco di Bultei, Daniele Arca, definisce il ritorno a casa delle navicelle nuragiche rinvenute nel territorio del paese del Goceano nel 1949 e custodite da allora presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Fu un ritrovamento straordinario, tanto che l'immagine della più celebre delle due navicelle votive, ritrovata in località Bonota, è stata inserita nello stemma ufficiale del Comune di Bultei. Lungo 21 centimetri e alto 10 centimetri, il manufatto con protome cervina è completato dalla presenza di uccelli e cani sulle colonne e sul parapetto e riproduce un autentico naviglio di epoca nuragica.
Quello del 17 settembre, spiega il primo cittadino di Bultei a Sardegna Live, sarà un evento volto a "utilizzare la cultura quale strumento di formidabile efficacia per la creazione di momenti di intrattenimento e confronto.".
"Il complesso evento che abbiamo proposto ci permetterà di riscoprire tante vicende che interessavano le civiltà antiche negli stessi luoghi in cui oggi viviamo. Le navicelle nuragiche verranno esposte al pubblico, oltre 70 anni dopo il ritrovamento, dalle 10 alle 17 presso il centro culturale 'Aldo Moro', dove illustrissimi relatori terranno il convegno di presentazione. Seguirà il pranzo tipico, le visite guidate alla chiesa romanica di San Saturnino ed all'omonimo comprensorio termale".
Al convegno interverranno, oltre al sindaco, l'assessore comunale alla Cultura Mario Rubatta, l'assessore regionale alla Cultura Andrea Biancareddu, Anna Depalmas (docente di Storia e Protostoria presso l'Università di Sassari), Maria Antonietta Mongiu (cda del Museo Archeologico di Cagliari), l'ex rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino, Francesco Masolino (direttore Direzione Regionale Musei Sardegna) e il presidente FASI Bastianino Mossa.
"La comunità di Bultei - spiega ancora Arca a Sardegna Live - vede in questi reperti dei simboli fortemente identitari. Tanti potranno ammirarle per la prima volta riscoprendo il fascino delle vicende che riguardano queste straordinarie navicelle".
Come scrisse l'archeologo Giovanni Lilliu in Sculture della Sardegna nuragica, "Lo scafo (della navicella di Bonota, ndr) è di sezione ellittica col fondo piatto e l'orlo in risalto, protome cervina, colonna centrale con anello sormontato da uccello; sul parapetto sono visibili anatrelle e un cane per parte; la parte destra della struttura e la ramificazione sinistra delle corna della protome erano mancanti (ricostruite in fase di restauro). Lo scafo affusolato, ben curato per una ottimale funzione idrodinamica, il parapetto sulle murate, il ponte con albero velico benché corto in questo caso e la protome animale a protezione di una sicura navigazione, tipica di numerosi navigli dell'epoca in tutto il mondo arcaico, fa si che questi meravigliosi bronzetti riproducano autentici navigli della civiltà nuragica, che all'epoca solcavano tutto il mar Mediterraneo e le coste dell'Oceano Atlantico".