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Surgical instrument table
“A mio marito è stato diagnosticato un mese fa un bowen, un carcinoma maligno sulla gamba con necrosi. Ci hanno chiamato per la biopsia per cui abbiamo dovuto effettuare un tampone a spese nostre per il Covid-19, ma la struttura sanitaria ci ha avvisato solo ieri, 4 luglio, di non avere l’anestetico e non si sa quando il farmaco sarà disponibile, quindi la biopsia, che era stata programmata per oggi, 5 luglio, è stata rinviata a data da destinarsi”.
A parlare, con il cuore in mano e tanta disperazione, è una donna della provincia di Cagliari che, ai microfoni di Sardegna Live, denuncia una situazione che affligge la sua famiglia.
“Mio marito – ci racconta - ha 47 anni e sta perdendo tempo prezioso per essere operato, considerato che dopo la biopsia, che avrebbe chiarito a quale stadio si trova il carcinoma, dovrà sottoporsi a cicli di chemioterapia e/o radioterapia – ha spiegato la moglie -. Come può non esserci anestetico in un ospedale? Come si può ritardare per questo la cura? È una vera vergogna per la sanità sarda”.
Alla terra che manca sotto i piedi, alla paura delle decisioni da prendere e al pensiero di far stare tranquilli i figli bisogna aggiungere la preoccupazione di un lavoro che non c’è più: “A causa di valori alti e di vari problemi di salute, come la pancreatite, a seguito dell’assunzione di farmaci in attesa della biopsia, a mio marito non è stato rinnovato il contratto di lavoro – spiega la donna – quindi ci troviamo in una situazione anche economicamente precaria”.
Con apprensione sottolinea: “La famiglia va avanti solo con il mio stipendio e io al momento svolgo solo pulizie. Perché farci pagare un tampone a spese nostre per il Covid-19 quando poi viene spostata la biopsia a causa di una sanità che non riesce a rispondere alle necessità?”.
Da qui l’appello: “È doveroso far conoscere la situazione che vivono tante famiglie, una persona si aspetta e ha diritto di essere curata, non possono mancare i farmaci rischiando di lasciare i malati senza terapie”.