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"Le moratorie non le abbiamo mai comprese. Non comprendemmo quelle di Nichi Vendola in Puglia e di Renato Schifani in Sicilia, e non comprendiamo neanche questa della Sardegna". Così Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, commenta a margine di un convegno a Roma la legge regionale approvata ieri dal consiglio regionale della Sardegna, tramite la quale impone una moratoria di un anno e mezzo ai nuovi impianti di rinnovabili.
"C'è una campagna mediatica martellante che dura da anni - ha proseguito Ciafani -. Quello che emerge è che la politica dovrebbe avere il coraggio di affrontare le questioni partendo dai dati concreti. Le richieste di progetti sono una cosa, quelli solidi che potranno andare avanti sono in numero minore".
"Credo che 18 mesi siano un intervallo di tempo davvero troppo lungo, sul fronte delle rinnovabili sono un'era geologica - ha proseguito il presidente di Legambiente -. La Sardegna rischia di rimanere indietro se si ferma per 18 mesi. Potevamo comprendere uno stop per qualche settimana o pochi mesi, ma un anno e mezzo rischia di far perdere il treno dell'innovazione a una regione che produce la gran parte della sua elettricità dal carbone, perché il metano non c'è".
"Aspettare 18 mesi per garantire alla Sardegna di passare dall'era del carbone all'era delle rinnovabili senza passare per il gas - ha concluso il presidente di Legambiente - è una occasione che si sta perdendo e una soluzione che non condividiamo".