Due italiani uccisi in uno scontro a fuoco a Sabrata, nell'ovest del paese. E due ancora vivi in mano ai sequestratori.

Mentre sono ore caldissime per la diplomazia e la politica alle prese con lo scenario dell'intervento italiano in Libia, irrompe la notizia del doppio omicidio di due nostri connazionali rapiti sette mesi fa.

Le vittime sono Fausto Piano, 60 anni di Capoterra e il 47enne siracusano Salvatore Failla, due dei quattro dipendenti della Bonatti rapiti in Libia nel luglio del 2015. Gli altri due dipendenti dell'impresa, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, secondo fonti del Copasir che citano il sottosegretario Marco Minniti, sarebbero invece ancora vivi.

La notizia arriva in mattinata direttamente dalla Farnesina, che in una nota fa riferimento "alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali".

Da "tali immagini - continua il ministero degli Esteri - e tuttora in assenza della disponibilita' dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della societa' di costruzioni Bonatti, rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Al riguardo la Farnesina ha gia' informato i familiari. Sono in corso verifiche rese difficili, come detto, dalla non disponibilita' dei corpi".

La dinamica resta da verificare. Secondo ambienti giudiziari di piazzale Clodio, dove era stata aperta un'inchiesta per sequestro di persona con finalita' di terrorismo, i due ostaggi sarebbero stati uccisi mentre stavano per essere trasferiti da un covo all'altro. Da tempo erano stati separati dagli altri due colleghi, e ieri, a Sabrata, si trovavano a bordo di uno dei mezzi di un convoglio dell'Isis attaccato dalle forze di sicurezza libiche.

Ma le notizie non sono confermate. Ieri negli scontri tra Isis e forze libiche sono morti almeno otto jihadisti, la maggior parte dei quali di nazionalita' tunisina.

Secondo Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, "Nella zona di Sabrata risulta che questi quattro nostri connazionali fossero stati sequestrati e tenuti da parte di organizzazioni con una connotazione principalmente criminale piu' che jihadista".

Anche secondo il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, "e' da dimostrare che i sequestratori dei nostri connazionali in Libia appartengano all'Isis".