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Di recente si è tornato a parlare dell’ipotesi di aprire un casinò in Sardegna. Anche perché per giocare, i turisti vip si muovono dall’isola e raggiungono facilmente le sale da gioco della vicina Corsica.
Con le sue spiagge bianche e le acque cristalline, la Sardegna è una perla del turismo internazionale. Nell’estate pre-pandemia, contava ben 15 milioni di presenze a fronte di 3 milioni e 200mila arrivi.
Proprio per sfruttare al meglio il trend del turismo e il suo potenziale economico, nell’isola si parla spesso della possibilità di aprire un casinò terrestre. L’ipotesi più volte avanzata sarebbe quella di trasformare la Costa Smeralda in una piccola Las Vegas del Mediterraneo. Con gli yacht dei magnati russi e arabi ormeggiati alla Marina di Porto Cervo, la presenza di una sala da gioco potrebbe solo consolidare l’attrazione di questo tratto di costa nei confronti dei turisti più facoltosi.
La passione dei sardi per il gioco d’azzardo
Ma c’è anche un altro motivo alla base dell’idea di creare un casinò in Sardegna. La regione occupa i primi posti della classifica nazionale non solo per il turismo, ma anche per il gioco d’azzardo. Stando ai dati forniti dai Monopoli di Stato, nel 2018 i sardi hanno speso più di 1 miliardo e mezzo di euro in attività legate al gambling (quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente).
Nonostante manchi una sala da gioco terrestre, sull’isola abbondano sale slot e videolottery, tabaccherie e ricevitorie. Molti appassionati, tuttavia, preferiscono la grande varietà di giochi offerta dai casinò online. Anche perché, ormai, l’esperienza virtuale è sempre più simile a quella reale. Questo, grazie alle nuove tecnologie che consentono persino di giocare live (dal vivo) direttamente dal divano di casa.
I vantaggi dell’apertura di un casinò in Sardegna
I residenti privilegiano il gioco online perché pratico, sicuro e vantaggioso (le slot virtuali garantiscono payout mediamente maggiori di quelle terrestri). I turisti, però, potrebbero trovare ulteriori opportunità di svago in una sala da gioco terrestre. La realizzazione di un casinò land based in Sardegna, a detta di molti, gioverebbe alle casse dell’intera isola.
L’apertura di un casinò in Sardegna gioverebbe alle casse dello Stato e ai lavoratori dell’isola.
In primo luogo, intercetterebbe quella parte del turismo vip che – pur scegliendo la Sardegna come base per le proprie vacanze – fa poi rotta verso la vicina Corsica per giocare. E il risultato è che a beneficiare dei ricavi generati dal gambling siano le casse francesi invece che quelle italiane.
In secondo luogo, creerebbe nuove opportunità di lavoro che potrebbero giovare a coloro che, a causa del Covid, si sono trovati disoccupati o sono stati costretti a chiudere le proprie attività.
Dove aprire un casinò in Sardegna
Ma dove potrebbero giocare i turisti sull’isola? Per tanti la risposta è molto semplice. La Costa Smeralda sarebbe la location più adatta. Come detto in precedenza, nelle sue località sono attraccate le imbarcazioni di lusso di tycoon, grandi imprenditori e petrolieri che non vedono l’ora di potersi sedere ai tavoli verdi senza dover per forza raggiungere la Corsica.
Non mancano poi ipotesi più bizzarre ma allo stesso tempo intriganti, come quella di un cosiddetto “casino galleggiante”. L’idea sarebbe quella di utilizzare una nave da crociera interamente dedicata al gioco. Dalla Maddalena a Budelli, da Porto Torres a Cagliari, da Arzachena a Olbia porterebbe roulette, slot machine e tavoli da poker nei pressi delle più incantevoli spiagge della Sardegna.
Non manca poi chi caldeggia la candidatura di Cagliari a nuova “sin city della Sardegna”. Anche perché è la città che ha dato i natali a Filippo Candio, il miglior giocatore professionista
di poker dell’isola, e il primo in Italia a essersi seduto al tavolo finale del Main Event delle World Series of Poker (chiuso al quarto posto con una vincita superiore a 3 milioni di dollari).
Tra gli altri centri che potrebbero ospitare un casinò spiccano quelli di Olbia e Alghero, mete vacanziere apprezzate dai turisti internazionali, al centro della movida sarda. Senza dimenticare l’ipotesi avanzata una decina di anni fa da Michela Vittoria Brambilla, ai tempi ministro del turismo, che proponeva l’apertura di un casinò in ogni albergo a cinque stelle presente sull’isola.
Una sala da gioco per rilanciare il turismo
L’ipotesi della creazione di una sala da gioco in Sardegna sta riscuotendo pareri positivi. I favorevoli a questa proposta ne sottolineano i risvolti economici diretti (aumento dei ricavi, creazione di nuovi posti di lavoro, crescita del turismo) sia quelli indiretti legati alla pubblicità di cui godrebbe l’intera isola.
L’opportunità maggiore, comunque, resterebbe quella di poter incontrare la domanda del turismo di lusso. La presenza di un casinò porterebbe in Sardegna un pubblico di turisti ben propensi a spendere tanto ai tavoli da gioco, quanto nei ristoranti, nei negozi e in tutte quelle attività che fanno da contorno alla vacanza. Di sicuro, avrebbero la possibilità di vivere al meglio l’esperienza di viaggio, aggiungendo un’ulteriore attrazione alle bellezze naturalistiche, alle opere di grandissimo interesse storico-architettonico e alla straordinaria offerta enogastronomica del territorio sardo.
Conclusioni
In Italia, a oggi, esistono soltanto quattro casinò terrestri: a Campione d'Italia, Saint Vincent, Sanremo e Venezia. Con la sua indiscutibile vocazione turistica, capace di attrarre i turisti “di lusso”, la Sardegna sarebbe la meta ideale per la creazione di una quinta sala da gioco.