Un centinaio di operatori linguistici in Sardegna rischia il posto di lavoro.

Il dato allarmante è emerso sabato durante il convegno “Lingua, cultura, identità, scuola tra politica ed economia”, organizzato dal Colcs (Coordinamento operatori di lingua e cultura sarda) e dall’Istituto Bellieni nella sala conferenze del Museo Bande a Sassari.

In questo primo importante appuntamento, il neonato Colcs ha mostrato tutto il suo potenziale chiamando a raccolta un pubblico numerosissimo, tanto che i posti a sedere disponibili non sono bastati per tutti. Presenti anche personalità del mondo della cultura, come l’ex rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino e il professore Salvatore Patatu, e dello spettacolo, come la cantante Carla Denule.

A lanciare l’allarme sulla situazione preoccupante è stato Michele Pinna (nella foto), direttore scientifico del Bellieni, che ha moderato il vivace dibattito introducendo gli interventi di politici, amministratori comunali, esperti del settore, insegnanti e lavoratori. «Gli operatori al momento sono tutti disoccupati, questo è un fatto sicuro e certo - ha dichiarato Pinna -. Se le cose non cambiano resteranno disoccupati per tutto il 2015 e il 2016. La Regione se ne deve fare carico perché sono lavoratori come tutti gli altri».

Per quanto riguarda la provincia di Sassari sono 7 i posti a rischio. L’assessore provinciale alla Cultura, Marisa Porcu Gaias, ha spiegato che i fondi erogati con la legge nazionale 482, nonostante siano entrati in bilancio non possono essere utilizzati a causa del Patto di stabilità, e rischiano di tornare indietro senza essere spesi. «Credo che solo la Regione possa sbloccare questo stallo», ha detto l’assessore.

Daniela Masia, coordinatrice del Colcs, ha evidenziato il momento di grande difficoltà vissuto dagli addetti ai lavori: «Molti di noi rischiano di buttare anche 15 anni di formazione e di vita. Come Coordinamento mettiamo a disposizione della Regione tutta la nostra esperienza».

Rassicurazioni e garanzie sono arrivate in primis dal consigliere regionale Daniele Cocco: «Sappiamo che dal 1 gennaio 2015 avremo il superamento del Patto di stabilità, e quindi possibilità di spendere le risorse a disposizione. Faremo di tutto in aula - ha sottolineato l’esponente di Sel - per incrementare in bilancio queste somme, probabilmente non sufficienti».

Buone notizie sul fronte dell’insegnamento della lingua sarda a scuola, con la proposta di legge di Paolo Zedda, presente tra i relatori. Il consigliere regionale dei Rossomori si è detto disponibile ad accogliere nelle prossime settimane tutti i suggerimenti per eventuali miglioramenti della normativa. Tempi di approvazione? Non più di due mesi: per iniziare già nel prossimo anno scolastico. La legge avrà una sua dotazione finanziaria di oltre 3 milioni di euro.

Molto apprezzato è stato l’intervento di Gavino Sale dell’Irs, che ha paragonato la lingua sarda al panda: «Mentre gli scienziati erano impegnati a studiarlo, lui rischiava l’estinzione. Abbiamo visto che negli anni i fondi sono stati dilapidati nelle diatribe linguistiche tra campidanese-logudorese-standard ecc. - ha detto il leader indipendentista -. Gli studiosi i loro dibattiti continuino a farseli gratis. Noi questi soldi