Venne menzionata per la prima volta dal filosofo Platone nel IV secolo a.C. come un’Isola leggendaria: Atlantide.

 

Per lungo tempo si è discusso sull’esistenza di questa magnifica Isola, ma se quest’ultima fosse davvero la Sardegna?


A rivelarlo è uno studio condotto da Sergio Frau, giornalista e creatore di questa ipotesi, che afferma che nella descrizione che Platone fa del regno di Atlante sarebbero riscontrabili caratteristiche che si trovano soltanto in Sardegna e non altrove.

 

Ecco la dichiarazione di Segio Frau pubblicata sul sito Huffington post.


“Platone descrive il regno di Atlante nel Timeo e nel Crizia scrivendo di 'un’isola grande più della Libya e dell’Asia", potente, civile e sacra a Poseidon, dio del mare, e i cui abitanti erano "costruttori di torri".

 

L’isola doveva essere ricca di acqua e foreste, con un clima dolce che permettesse più raccolti all'anno e, soprattutto, tanto ricca di minerali (argyròphleps nesos, «l’isola dalle vene d’argento») da permettersi cerchie di mura concentriche di ogni metallo.

 

Atlantide si trovava oltre le Colonne d’Ercole ed era già antica per gli antichi quando venne inabissata dall’ira degli dei, «9000 anni prima» del tempo in cui scriveva Platone.

 


In effetti la Sardegna sembrava agli antichi anche più grande della Sicilia, lì si facevano tre raccolti l’anno e il clima era eccezionalmente dolce, lì c’erano foreste immense e acqua in abbondanza, lì c’erano piombo, zinco, argento e la società era metallurgica fino dagli albori; lì vivevano i Thyrsenoi (i Tirreni), cioè i «costruttori di torri», i nuraghi.