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Se non l’avete mai visitata, allora è il caso di rimediare. Stesso discorso vale, se, ad esempio, ne avete un ricordo da bambini.
Noi abbiamo deciso di riandarci ieri mattina, un’alternativa alla spiaggia e anche, sinceramente, per dare il nostro piccolissimo contributo a una stagione turistica che non decolla.
Abbiamo raggiunto la grotta scendendo per l“Escala del Cabirol” (scala del capriolo), una scala a rampe di 654 scalini “scavata” sul costone del promontorio.
Curiosità. Condividiamo qualche informazione e particolarità sulla Grotta.
- Come spiega la guida nel corso della visita, è stata scoperta agli inizi del XV secolo da alcuni pescatori locali. È una grotta carsica: tutto ciò che vediamo è il frutto del lentissimo ma costante lavorio dell’acqua dolce o piovana, quindi il materiale di formazione è il carbonato di calcio;
- Per la formazione di un centimetro cubo di stalagmite sono necessari dai 200 ai 300 anni di gocciolamento costante, mentre per un centimetro cubo di stalattite sono necessari 100 anni di gocciolamento costante;
- Una caratteristica di questa grotta è senz’altro la presenza all’interno dell’acqua del mare, arrivata dentro quando la grotta era già formata;
- Un’altra unicità è la temperatura: 18-20 gradi, più alta rispetto alle altre grotte carsiche;
- All’interno, nella sala più grande, chiamata La Sala Reggia, in cui il punto più alto raggiunge i 18 metri, sono presenti due lastre di marmo per ricordare due visite fatta da Carlo Alberto di Savoia, la prima come Principe di Carignano nel 1829 e poi come Re di Sardegna nel 1841.