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Gli agenti della Squadra mobile di Cagliari, con la collaborazione dei colleghi di Sassari e del Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, hanno individuato e fermato due presunti scafisti.
Si tratta di Hassene Sfar, 30 anni, e Chaaben Avbdlmoula, di 42.
L'accusa è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina i tunisini.
In particolare sarebbero i responsabili del trasporto di 840 migranti di varia nazionalità, tra i quali vi erano 179 donne e 66 bambini. I migranti facevano parte di due soccorsi effettuati il giorno 22 scorso al largo delle coste libiche dalla motonave Siem Pilot battente bandiera norvegese, giunta ieri mattina al porto di Cagliari.
Il lavoro investigativo è nato da un’intuizione che derivante dal fatto che a bordo dell’imbarcazione potessero nascondersi i trafficanti di uomini. Al termine di una delicata e paziente opera di convincimento, gli agenti sono riusciti a scalfire quella cortina di riservatezza che ha portato all’acquisizione di una serie di testimonianze che hanno consentito di individuare i due arrestati come coloro che avevano organizzato il viaggio.
Per tutti il viaggio è iniziato circa un mese e mezzo fa, quando hanno attraversato il deserto e sono giunti nelle città libiche di Tripoli e Sabrata. Qui sono venuti in contatto con alcuni appartenenti all’organizzazione libica, alcuni, così come riferito, sembravano essere militari, i quali dopo essersi fatti pagare circa 1500 – 2000 dollari ognuno li hanno fatti salire su alcuni camion e sotto la minaccia di armi li hanno condotti in una cittadina sulle coste libiche dove li hanno richiusi per circa 10 giorni all’interno di un capannone nell’attesa dell’arrivo di altri migranti.
Da qui, sempre sotto la minaccia delle armi sono stati condotti sulla spiaggia dove per cinque giorni sono stati costretti a stare in una buca nell’attesa di salire sulle imbarcazioni recuperate dalla nave norvegese.
I due arrestati, di origine tunisina, erano già noti agli archivi di polizia in quanto in passato erano già stati identificati sul territorio nazionale e si erano resi responsabili di altri reati.