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Ancora una volta il messaggio che lanciano i sindaci della Barbagia e del Mandrolisai risuona forte e chiaro: l’ospedale San Camillo non si tocca.
La nuova riforma sanitaria è stata duramente contestata dai 13 primi cittadini del distretto sanitario di Sorgono e ora che la proposta approda in commissione Sanità la battaglia in difesa del nosocomio del centro Sardegna continua senza sosta.
Dopo il sit-in di giovedì scorso davanti al palazzo del Consiglio regionale a Cagliari, ora è atteso l’incontro in commissione Sanità previsto per il 19 aprile.
<<Il nostro disagio non è uguale a quello degli altri territori - dice il sindaco di Sorgono Giovanni Arru -. Il San Camillo non può essere classificato come ospedale di zona disagiata. È dal mese di luglio dello scorso anno che cerchiamo di far capire all’assessore Arru e alla giunta Pigliaru quali sono i problemi di questa parte di Sardegna. Da Sorgono l’ambulanza impiega circa 90 minuti per raggiungere il capoluogo barbaricino e questo tempo di percorrenza non è contemplato nemmeno dal Dea, il dipartimento di emergenza accettazione, che assicura ai cittadini il corretto uso del sistema dell’emergenza sanitaria>>.
Il San Camillo è il punto di riferimento sanitario per un bacino di 25 mila cittadini se si considera che i pazienti arrivano anche da diversi centri del Barigadu.
<<Una riforma ci sta bene, ma non possono affossare il nostro ospedale di montagna - spiega il sindaco di Desulo Gigi Littarru -. La nostra battaglia ha inizio proprio ora che la Commissione sanità esamina la proposta. È arrivato il momento di essere uniti e coesi più che mai, pronti a difendere il nostro territorio e ad opporci contro ogni sopruso>>.
Il sindaco di Tonara Flavia Loche tiene a precisare che non è vero che la riforma è stata elaborata in accordo con tutte le amministrazioni territoriali.
<<Siamo stati sentiti una sola volta nel mese di luglio e da allora tutti gli incontri programmati sono saltati regolarmente>>.
Laila Dearca, primo cittadino di Teti, analizza la situazione inerente la razionalizzazione della spesa sanitaria.
<<Pur condividendo il principio che gli sprechi vanno eliminati e il sistema reso più adeguato ed efficiente, non possiamo accettare che ancora una volta sia il nostro territorio a vedersi scippato dei servizi essenziali. Rivendichiamo per il San Camillo lo status di Ospedale di base di montagna con il potenziamento e il miglioramento dei servizi esistenti, con un Pronto soccorso per le emergenze degno di questo nome>>.