PHOTO
"Negli ultimi tre anni il numero delle aziende suinicole professionali in Sardegna si è drasticamente ridotto e recentemente, a causa del focolaio di peste suina africana scoperto a Villacidro nel Medio Campidano, territorio che fino ad oggi era riuscito a rimanere indenne dalla malattia, sono state messe in ginocchio le ultime aziende suinicole sarde, di piccole e grandi dimensioni, che in tale territorio erano riuscite a preservare l’ultimo baluardo di filiera suinicola regionale costituita da un insieme di circa 20 allevamenti, 5 macelli, 3 laboratori di sezionamento e 2 salumifici".
E’ il prologo del consigliere regionale Edoardo Tocco che, nel corso di una riunione della commissione salute e politiche sociali in via Roma, ha ricordato il quadro della situazione negli allevamenti isolani. Gli operatori della filiera suinicola regionale, con in testa gli allevatori sardi, sono così usciti allo scoperto denunciando apertamente le vere ragioni della mancata eradicazione di questa piaga in Sardegna. La discussione si sposterà domani in aula consiliare.
"Si è assistito all’assoluta mancanza di qualsiasi azione repressiva da parte del sistema di controllo ufficiale in Sardegna volta a contrastare la pratica dell’allevamento suino brado clandestino – osserva Tocco – Occorre poi mettere in evidenza l’inadeguatezza della struttura regionale di prevenzione preposta all’elaborazione delle azioni di contrasto ed eradicazione della peste suina ed al coordinamento delle strutture di prevenzione periferiche".
Obiettivo: voltare pagina. "Se si vuole uscire da questa situazione di emergenza e ricreare le condizioni di sviluppo del comparto suinicolo regionale e della filiera agro-industriale ad essa connessa è necessario invertire la rotta di 180 gradi rispetto alle azioni fino ad oggi intraprese a livello regionale, a cominciare dalla immediata rottamazione dei principali soggetti responsabili di questi 35 anni di insuccessi e causa di grave danno per l’economia regionale – conclude Tocco – E’ necessario costituire ex novo il Servizio di Prevenzione regionale con soggetti altamente qualificati nelle specifiche aree di competenza con autorità effettiva di coordinamento e controllo dell’attività di prevenzione periferica. Senza poi escludere un sistema di premialità per l’allevamento suinicolo sardo regolarmente accreditato e continuativamente indenne da peste suina, sia di piccole che di grandi dimensioni, al fine di salvaguardare le aziende esistenti e favorire la progressiva emersione e regolarizzazione delle aziende suinicole irregolari".