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La Corte d'appello di Sassari, presieduta da Mariano Brianda, oggi ha condannato a 14 anni di reclusione Arturo Calia, Angelo Maria Piras e Gabriele Picci, ritenuti i responsabili dell'agguato commesso il 26 gennaio 2003 a Lula (Nuoro) ai danni di una camionetta dei carabinieri.
Accogliendo la richiesta del procuratore generale della sezione distaccata della Corte d'appello, Claudio Lo Curto, i giudici hanno ribaltato la sentenza di assoluzione di primo grado pronunciata dal Tribunale di Nuoro il 9 maggio 2009.
Era la notte del 26 gennaio quando tre uomini col volto coperto avevano preso d'assalto a fucilate una camionetta ferma sulla piazza di Lula.
I due carabinieri della pattuglia erano riusciti a evitare i proiettili stendendosi sui sedili, e si erano salvati anche perché gran parte dei colpi non erano penetrati nella carrozzeria blindata. Nel 2009 i giudici nuoresi, dopo quattro ore di camera di consiglio, avevano assolto i tre imputati, respingendo le richieste del pm, Mariangela Passanisi, che aveva chiesto 16 anni per Calia e 12 ciascuno per Piras e Picci.
Secondo l'accusa l'assalto alla camionetta a colpi di fucile e pistola, la fabbricazione di un ordigno, l'incendio di un fienile di un consigliere comunale (per cui erano accusati altri quattro giovani del posto) e le minacce agli amministratori locali facevano parte di un unico disegno criminoso.
Ma il Tribunale di Nuoro aveva dato ragione al gip che aveva respinto la richiesta di carcerazione per gli accusati, non ravvisando elementi tali da far incarcerare Calia, Piras e Picci. Oggi la sentenza d'appello ha ribaltato quel verdetto.
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Foto: Unione Sarda