Un lungo e caloroso applauso e il lancio di alcuni palloncini bianchi verso il cielo, hanno accolto il feretro di Vincenzo Vadilonga all’uscita della Chiesa San Giovanni Battista della Salle a Monserrato.

In diverse centinaia, tra parenti, amici, conoscenti e artisti, hanno voluto salutare l’impresario scomparso sabato mattina dopo un breve e doloroso percorso di malattia che lo ha condotto alla morte a soli 54 anni.

Un affetto immenso è stato manifestato alla moglie Barbara, al figlio Andrea e ai suoi familiari, affranti dal dolore, sia attraverso le innumerevoli testimonianze scritte sui social, sia con l’ultimo saluto che nel corso della cerimonia ha visto brillare la voce commossa di Maria Giovanna Cherchi che ha intonato i canti della liturgia, su esplicito desiderio della famiglia Vadilonga, tra le parole del sacerdote che durante l’omelia ha rivelato il forte riavvicinamento alla fede di Cenzo vissuto come “una necessità” e condito dal desiderio di “perdonare gli altri” e di “farsi perdonare” per gli errori che si commettono nel corso dell’esistenza.

Gli hanno reso onore i suoi compagni di “squadra”, Gianni e Renato Piccinnu, Nino Fais e la figlia Monica, i tanti collaboratori che operavano per la sua agenzia, ma anche coloro che pur lavorando in regime concorrenza hanno voluto esserci con commossa e sincera partecipazione.

Tra i volti noti dello spettacolo che hanno presenziato alla cerimonia funebre c’erano i Tazenda, Pago, Benito Urgu, i Lapola, Giuliano Marongiu, Cossu e Zara, Giuseppe Masia, Jacopo Cullin, Mario Fabiani, Massimo Pitzalis, Marco Piccu, Nicola Cancedda e tantissimi altri mischiati a decine di musicisti, di tecnici, di addetti ai lavori che con lui avevano stretto un rapporto di complicità e amicizia oltre che di condivisione lavorativa.

La salma di Cenzo Vadilonga riposa nel cimitero di Monserrato, a pochi passi dalla casa in cui viveva.