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Il lungo applauso della nostra ultima sera insieme risuona ancora dentro di me e certamente riaffiora nel ricordo di tutti, oggi che lui non c’è più.
Nella piazza che Nivola ha “scolpito” per onorare il poeta, c’erano i Cori di Nuoro per celebrare “A diosa”: la gente cantava e piangeva, come si piange e si ride quando le emozioni scuotono le profondità del cuore.
Gian Paolo Mele viveva di intensità, detestava la noia, vibrava di passioni.
Amava le parole quando le fissava con cura nei suoi scritti, quando liberava i suoi ricordi, quando le vestiva di note per affidarle ad un canto da proteggere con le voci.
Cercava risposte, stimolava curiosità, colmava con il suo operato quei vuoti che oggi sono poesia, racconto, approfondite “dissertazioni”, memorie catturate e conoscenze condivise.
Ho avuto l’onore di incontrarlo tante volte, di intervistarlo durante le mie trasmissioni, di nutrirmi del suo sapere e, soprattutto, di sentirmi benvoluto da lui.
Oggi la città che ha cantato e diretto potrebbe ottenere, con pieno merito, il riconoscimento di Capitale italiana della Cultura 2020 e tutti sanno quanto Gian Paolo abbia contribuito, con il suo impegno costante, a qualificare la storia di Nuoro.
Sarebbe bellissimo se questo accadesse, sarebbe il modo migliore per accompagnare il suo ultimo viaggio.
Il Maestro ha speso ogni giorno della sua vita a “costruire” e raccontare l’immagine e i contenuti di un luogo che non è solo fisico, perché “la “nuoresitudine” è uno stato interiore d’appartenenza che contempla tutti quegli elementi che il vissuto mescola e identifica come un tratto dell’anima.
Oggi penso ai suoi cari, che dichiaratamente amava senza riserve, e alle tante persone che in questo giorno illuminato dal freddo sole di febbraio si sentono un po’ più tristi e un po’ più sole.
Penso alle cose che ha fatto e che resteranno.
Penso che tra le nuvole e il cielo ci sia tanto spazio per allargare le braccia e far cantare altre voci, per seminare di musica l’eternità, per continuare a cantare.
Con affetto e riconoscenza, grazie di tutto.
DAL PROFILO FACEBOOK DI GIAN PAOLO MELE
"Con questo giudizio critico di Paolo Pillonca, cronaca di un memorabile giorno 30 Agosto 1981, intendo ricordare un canto, ormai popolare a me caro e da me creato per la coralità nuorese e Sarda.
NINNA NANNA DE ANTON'ISTENE, e con ciò ricordare la figura del Poeta MONTANARU -ANTIOCO CASULA, di DESULO (14 Novembre 1878 - 3 Marzo 1957).
Storico amico di mio padre Gino, e dei miei nonni (Materno: Antonio Corriga e paterno Antonio Mele ). Inno della Comunità montana del Nuorese (NUORO-DORGALI-FONNI-GAVOI-LODINE-MAMOIADA-OLIENA-OLLOLAI-OLZAI-ONIFERI-ORANI-ORGOSOLO-OROTELLI-OTTANA).
Spero di poter presto onorare la figura del poeta con altri canti da me composti , come la lirica SA THIA DE FILARE".