Tutti i giorni “ziu Adolfinu” così lo chiamano tutti, si alzava al sorgere del sole e a piedi percorreva due chilometri, fino al suo “tancato” in località “Cuccuroni”, dove conduceva al pascolo le sue quattro pecore per poi fare rientro a casa, al tramonto, dove rifaceva lo stesso percorso per ricoverare e radunare i suoi ovini.

Adolfino Puddu, noto a tutti come Tziu Adolfinu, è molto all’età di 104 anni, arzillo e lucido, aveva un’ottima memoria e raccontava volentieri la sua vita: ha frequentato la scuola fino alla classe IV elementare tenendo a precisare con orgoglio che era stato promosso alla V classe: i bambini promossi erano stati soltanto 4, lui insieme a tre bambine.

Raccontava di non aver partecipato alla guerra in quanto c’era l’esonero per gli operai boschivi e lui possedeva un carro e i buoi per fare il trasporto del carbone, dalle foreste alle stazioni di Sadali, Mandas e spesso il viaggio tra andata e ritorno durava un giorno. 

Oltre a “su carradori” svolgeva anche la professione di agricoltore e allevatore di pecore capre e coadiuvato da un servo pastore, Adolfino leggeva tutti i giorni un quotidiano e guardava la tv per tenersi aggiornato. Mangiava di tutto, tra i suoi piatti preferiti i culurgionis e trattalia, ogni giorno ringraziava il Padre Eterno e sino all’età di 102 anni andava ancora a far pascolare le sue pecore.   

(Si ringrazia per il prezioso contributo, il fotografo dei centenari della Sardegna, Pierino Vargiu)