Le numerose carenze del sistema sanitario regionale sono emerse in modo macroscopico soprattutto con l'avvento della pandemia da Covid-19. Ciò appare particolarmente vero per quanto riguarda la situazione dei servizi sanitari pubblici, sia ospedalieri che territoriali, nell'ambito della Provincia di Oristano”.

Questo l'incipit della lettera inviata dai portavoce oristanesi del Movimento 5 Stelle, il consigliere regionale Alessandro Solinas, e i deputati Lucia Scanu e Luciano Cadeddu, al Sottosegretario di Stato alla Salute Pierpaolo Sileri e al Ministro Speranza. Una missiva che ripercorre le criticità denunciate dai pentastellati in svariati atti ispettivi e di controllo, volta a rappresentare il quadro di grave depauperamento dei servizi sanitari della Provincia, a partire dall'ospedale San Martino fino a coinvolgere tutti i presidi ospedalieri del territorio.

“Occorrono interventi immediati e decisi – sottolineano i portavoce. La sanità dell'Oristanese, smantellata pezzo dopo pezzo, non è stata ancora oggetto di provvedimenti mirati e validi da parte del governo regionale. Occorre potenziare immediatamente gli organici e garantire strutture adeguate ad ospitare i pazienti. Con questa lettera abbiamo voluto invitare il Ministro Speranza ad effettuare una visita ispettiva nel territorio affinché possa accertare le numerose criticità elencate e adottare gli interventi che riterrà più opportuni”. 

Il San Martino – recita la lettera inviata a Roma - rischia di essere trasformato in una scatola vuota. Da tempo gli operatori del presidio e gli utenti, sostenuti dai sindacati e dalle Istituzioni, lamentano disfunzioni e disservizi in quasi tutte le strutture dell'ospedale, imputabili principalmente alla cronica carenza di personale sanitario, aggravatasi durante l’emergenza epidemiologica”.

Risulta di particolare gravità il fatto che – entrano nei dettagli i pentastellati - a fronte dei ventidue anestesisti in servizio un anno fa, se ne contino, attualmente, soltanto quattordici, con la conseguente impossibilità di garantire l’attività ordinaria nelle sale operatorie.
Nel Laboratorio di analisi dell’Ospedale opera ormai un solo medico oltre al primario.
Nel Reparto di ortopedia, che fino all’anno scorso era il primo in Sardegna e il ventesimo in Italia per gli interventi al femore operati entro le 48 ore dal trauma, la carenza di medici fa sì che la lista di attesa per un intervento ortopedico, persino se urgente, presenti una tempistica incompatibile con le esigenze dei pazienti del territorio, tanto che spesso è inevitabile disporre il trasferimento dei pazienti nei presidi ospedalieri di Nuoro, Cagliari o Sassari per evitare complicanze”.

Tra le tante problematiche viene descritta la situazione in cui versa il Pronto Soccorso, “quasi surreale, se si considera che la cronica carenza di personale fa sì che spesso la notte sia in servizio un solo medico, e ciò, soprattutto data l’emergenza epidemiologica in atto, rappresenta un gravissimo problema”.