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Il suo arrivo è stato accolto con l’entusiasmo previsto e l’abbraccio intenso di un pubblico che ha riempito ogni spazio dell’Arena Rugby Maria Pia di Alghero: le aspettative non sono andate deluse e il concerto di Mahmood, organizzato da Sardegna Concerti e Insula Events, è stato un trionfo, un tripudio di suoni e suggestioni, la consacrazione di un giovane artista che raccoglie nel presente i frutti di un successo meritato e che delinea per il suo futuro traguardi di profilo internazionale.
Perché Alessandro ha belle intuizioni e sarde radici, disegna i suoi paesaggi sonori con soluzioni innovative e originalità, scolpisce con la voce i canti che scrive, vive la scena facendola vibrare di luci, colori, energie.
Mancano 10 minuti alle 22.00 quando l’artista, coperto da un’ovazione, apre con “Dei”, la filastrocca che introduce l’anima di “Ghettolimpo Tour” nell’unica tappa in Sardegna, seconda di una serie di appuntamenti già tutti sold out.
La potenza della voce che si fa strumento attraversa lingue e genera atmosfere, viaggia nei luoghi della sua storia e della memoria, approda in quelli di una ricerca interiore che si traduce in musica, canzone, visione di un mondo che Mahmood interpreta anche con la sua capacità di gestire la scena, di fare spettacolo, di portare la folla dove il carisma indica e comanda prima di atterrare sul pianeta delle pulsioni che accelerano il battito del cuore e delle emozioni.
Sarà così per i novanta minuti che raccontano il suo percorso che scava le tracce dell’ultimo album, dove ogni brano rimanda ad una simbologia e alla storia di un personaggio.
Ed ecco scorrere, come le immagini di un film ricco di episodi, i momenti di un repertorio che tutti cantano con lui, da “Baci dalla Tunisia” a “Zero”, da “Talata” a “Dorado” che rappresenta il viaggio onirico di Mahmood dal ritmo latino movimentato ma con radici mediorientali.
Non mancano le incursioni in “Gioventù bruciata”, la travolgente “Barrio”, il ritorno a Ghettolimpo con “Kobra”, dedicata alle persone di cui non ci si può fidare, a “Icaro è libero”, alla bellissima “Rapide”, che segna uno degli istanti più coinvolgenti dell’intera serata.
Per tutto il concerto il cantante fa riferimento ai suoi legami con l’Isola, nella quale ritorna da sempre ogni estate e in cui si sente protetto da solide amicizie e legami affettivi. Saluta la madre seduta in prima fila, nativa di Orosei, alla quale Mahmood ha dedicato “T’amo”, il brano di “Ghettolimpo” a cui è più affezionato. “Ho sempre parlato delle mie origini arabe e messo in poca luce quelle sarde, che mi appartengono e che vivo con molta intensità – ha detto in un’intervista – Sono molto felice anche perché in T’amo ho collaborato con il Coro Intrempas di Orosei, il mio paese”. Quando la compagine femminile baroniese, diretta da Mina Nanni, compare all’improvviso sul palco con le sue componenti vestite in abito tradizionale, l’emozione attraversa tutta la platea come una vampata d’orgoglio sprigionata all’improvviso e sugli accenni di “Non potho reposare” il coro è unanime.
Il finale, con il pubblico in piedi ma in postazione, esplode con “Soldi”, la canzone con cui ha vinto il Festival di Sanremo nel 2019, classificandosi secondo anche all’Eurovision Song Contest, e grazie alla quale è riuscito a farsi conoscere dal grande pubblico che riconosce nell’artista cresciuto in un quartiere della periferia di Milano e che adesso viaggia con la sua musica alla conquista del mondo.
"Uno dei momenti più belli che abbia avuto sul palco.Vedere il lavoro di mesi prendere forma davanti agli occhi di un'arena piena di gente, è stato un colpo al cuore. Grazie, Sardegna mia ❤️".