"Ho ventisette anni, ho mangiato tanta merda prima di arrivare dove sono adesso e mi chiedo ancora, tutte le mattine, se andrà ancora bene. Sono consapevole che oggi ci sono e domani potrei non esserci, me lo ha insegnato mia madre, che è una sarda bella dura e attenta".

Sono le parole di Mahmood, il cantante nato a Milano il 12 settembre 1992 da madre sarda, di Orosei, e padre egiziano.

In un'intervista a 'Repubblica', in occasione dell'uscita del video del brano 'Dorado', girato nel Museo Egizio di Torino, racconta: "So di dovermi rendere conto di tutto, che non posso lasciare niente al caso e che posso perdere tutto quello che ho conquistato in soli tre secondi. Quindi, diciamo che non mi concedo occasioni per perdere la testa".

"Il pezzo è nato all'inizio dell'anno a Madrid – si legge - ho lavorato in spagnolo ed è stato bello perché mi ha permesso di creare immagini diverse, nuove, una sorta di viaggio verso un mondo dorato, dove l'orrore materiale è un pretesto per farti capire quanto i valori di una vita siano altri". "Non l'avevo pensato per l'estate - sottolinea - l'avevo scritto a fine dicembre, avrei voluto farlo uscire prima ma quello che è accaduto con la pandemia ha cambiato tutto. È vero, lo spagnolo è dalle nostre parti la lingua principale delle hit estive, ma in realtà io nella musica e nella lingua spagnola ci ritrovo molto delle mie radici, sia quelle arabe, che sono evidenti, sia quelle sarde, ci riconosco la musica di Maria Carta e di Andrea Parodi che mia madre ci faceva ascoltare fin dall'infanzia".