"Dopo i primi due tentativi di suicidio della signora Luigina Mele, volevamo staccare le maniglie dalla finestra ma la direttrice non ci aveva autorizzato": così Marinella Manai, una degli operatori socio sanitari della casa di cura "Residenza famiglia" di via Aosta a Nuoro, sentita come teste in tribunale a Nuoro nel processo contro la direttrice e il presidente, Rosanna Serra e Gianluca Masala, accusati di abbandono di incapace, somministrazione di farmaci scaduti e omicidio colposo.

Cinque in tutto i testi chiamati a deporre dal Pm Giorgio Bocciarelli.

Manai, al lavoro la notte del suicidio di Luigina Mele, il 5 luglio del 2013, ha raccontato i particolari del dramma e di come la donna sia sfuggita al controllo degli operatori. La testimone, così come altri tre colleghi, ha accusato la direttrice per la cattiva gestione della casa di cura.

"Il cibo era insufficiente - ha spiegato la donna - il riscaldamento veniva lasciato spento tutta la notte e la mattina c'era freddo e per poter lavare gli ospiti portavamo noi il sapone". Sentita anche Enrica Pisanu, la psichiatra del Centro di Igiene mentale di Nuoro, che ha visitato la signora Mele pochi giorni prima del suicidio. La professionista ha affermato di essere stata a conoscenza dei problemi della paziente la quale però, nel corso delle sue visite, non aveva mai manifestato propositi suicidi.

Presenti in aula i due imputati con i loro avvocati difensori: Francesco Lai per Rosanna Serra e Francesco Carboni per Gianluca Masala. Quella di oggi è stata la seconda udienza del processo che riguarda il primo troncone dell'indagine avviata dopo il suicidio dell'anziana e culminata con il sequestro preventivo della struttura nel giugno 2015, poi riaperta qualche mese dopo.

La seconda tranche nasce invece dal video choc ricavato dalle telecamere posizionate all'interno dell'edificio dalla Squadra mobile di Nuoro. Di qui l'arresto di Rosanna Serra nel maggio 2016 - finita ai domiciliari e tornata in libertà dopo il pronunciamento del tribunale del Riesame - e di due infermieri, Ignazio Poggiu e Gianluca Porcu.

Per altri tre operatori era scattata la misura cautelare dell'obbligo di dimora. Il processo è stato aggiornato al 13 dicembre quando verranno sentiti altri sette testi del Pm.