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Il Gup del tribunale di Nuoro, Tommaso Bellei, si è riservato di decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per tre imputati del secondo filone d'inchiesta sulla casa di riposo "Residenza Familia" di via Aosta a Nuoro. Per tutti l'accusa è di concorso in maltrattamenti avvenuti, secondo la Procura, tra il 2015 e il 2016. La sorte della direttrice Rosanna Serra - già a processo insieme al presidente Gian Luigi Masala per omicidio colposo, abbandono di incapace e somministrazione di farmaci scaduti - e di due infermieri, Ignazio Poggiu, nuorese, e Genci Nikaj, di origine albanese, si conoscerà nell'udienza fissata per il 21 novembre prossimo.
Altre tre persone sono uscite nel frattempo dal procedimento penale: Gianluca Porcu, anche lui infermiere, ha patteggiato una pena a 4 anni di reclusione, linea condivisa con l'avvocato difensore Michele Mannironi. Archiviazione, invece, per Maria Laura Cadau e Luciano Mulas, entrambi operatori sanitari.
Nell'udienza di oggi, i legali della direttrice e dei due infermieri - Francesco Lai, Monica Macciotta e Anna Maria Musio - hanno sollevato alcune questioni preliminari sulla utilizzabilità delle intercettazioni ambientali nella casa di riposo. Intercettazioni ammissibili, secondo il Pm Giorgio Bocciarelli.
Lo scandalo risale al 2015, quando le telecamere posizionate dalla Questura di Nuoro all'interno della struttura e le successive intercettazioni svelarono uno scenario di violenze, degrado e soprusi sugli anziani ospiti. Un video-choc in cui si dava conto di percosse, schiaffi e calci a pazienti ultrasettantenni ad opera del personale in servizio. Immagini che il 24 maggio del 2016 portarono all'arresto della direttrice Serra e degli infermieri Poggiu e Porcu. Per altri tre operatori - Maria Laura Cadau, Luciano Mulas e Genci Nikaj - scattò invece l'obbligo di dimora.