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Cagliari lo conosce soprattutto per la sua statua in mezzo alla città. E perché, quando il Cagliari vince qualcosa, il monumento viene ricoperto di bandiere rossoblù.
Ma chi era Carlo Felice?
Un Re sabaudo che, secondo un gruppo di cagliaritani promotori oggi di una manifestazione in piazza Yenne in concomitanza con Sa Die de Sa Sardigna, non merita tante attenzioni o onori. Per questo, anche su Facebook, hanno lanciato una proposta: spostiamo la statua.
"Se vogliamo fare un paragone - spiegano i promotori della campagna informativa di questa mattina proprio ai piedi del monumento - è come se oggi la statua di qualche tiranno di epoca più recente campeggiasse nelle piazze delle città invase dagli oppressori. Sapere questo è indispensabile per capire chi siamo e da dove veniamo".
Da Viceré e Re, spiegano i 'No Carlo Felice', ha sempre trattato male la Sardegna con tasse e durezza. "Lo dicono le fonti storiografiche - ha sottolineato Giuseppe Piras, uno dei promotori della manifestazione - come la Storia della Sardegna di Pietro Martini. Ma anche tante altre". Un manifestazione, quella di oggi, che impone anche riflessioni politiche: "Perché sapendo chi siamo e da dove veniamo - aggiungono - si possa acquisire consapevolezza e coscienza circa la necessità di non accettare passivamente ciò che ci si trova di fronte quando dietro ci sono storie come questa e che, pertanto, si può e si deve lavorare per cambiare. E' ovvio che la statua in quanto manufatto, anche artistico, non disturba, ma disturba molto ciò che quella statua rappresenta". Per questo la richiesta è chiara: la statua deve essere spostata. Magari in un museo - spiegano i suoi detrattori - con una didascalia che racconti come è andata la storia.