Guerra alla guerra. Ma con il sorriso e con la 17/a Marcia sarda della pace. Ventidue chilometri di passeggiata tra Gesturi e Laconi con tappa a Nuragus e pranzo al sacco a Crastu, borgata agricola alle porte del paese di Sant'Ignazio.

L'appuntamento è fissato per domenica 21, alle 9, nel piazzale della chiesa parrocchiale di Gesturi. Poi un'allegra camminata per ribadire che la pace può partire anche dalla Sardegna. Ad esempio - questo uno dei temi forti concordati dalla Tavola sarda della pace - bloccando la diffusione di ordigni bellici. E il riferimento è alla fabbrica Rwm di Domusnovas. "Occorre denunciare - si legge in un documento presentato oggi in conferenza stampa - che i nostri governi si sono posti e si pongono in aperta violazione dei principi costituzionali non rispettando la legge 185-90, autorizzando l'esportazione di armi prodotte anche in Sardegna verso l'Arabia Saudita, che le usa attivamente nella guerra yemenita. Il nostro Paese si distingue in Europa ponendosi in contrasto con la risoluzione di condanna del Parlamento europeo e di molti altri Paesi per la strage di civili e di bambini che avviene nello Yemen".

Gli organizzatori hanno fatto riferimento anche alle servitù militari. "Le avrebbero dovute ridimensionare - ha denunciato Carlo Bellisai, Movimento non violento - e invece sono ancora tutte lì".

Il documento fa anche riferimento al funerale fascista di Sassari e al tema dei migranti. "Vogliamo che la Sardegna possa scegliere il proprio modello di sviluppo, pacifico e rispettoso dei diritti dell'uomo e dell'ambiente - dicono gli organizzatori - vogliamo che la nostra sia una terra di accoglienza in un Mediterraneo di pace dove chi giunge da guerre carestie possa trovare la realizzazione di una vita dignitosa in armonia e fratellanza con i sardi".