Il dolore è come una fiamma alimentata dal vento: più forte soffia e più brucia. Il tempo scorre, la cronaca scolpisce capi d’accusa, processi da affrontare, indizi, rivelazioni ma il corpo di Stefano Masala ancora non riposa protetto dall’affetto dei suoi cari.

Marco, il padre del ragazzo uscito di casa la sera del 7 maggio 2015 senza più farvi rientro, ha versato tutte le lacrime che un cuore sconfitto può spremere ancora.

Quell’esile forza che ancora gli resta diventa potenza quando pensa che la lotta per ritrovare suo figlio non è ancora finita: “L’ho promesso a Carmela, che prima di spegnersi uccisa dal dolore più che dalla malattia, me lo ha chiesto come solo una mamma sa fare”.

Un amore immenso che riempiva le pareti della casa di Nule, circondata dai fiori che Carmela curava. La battaglia non è finita e le parole di Marco sono armate: “Solo dei demoni possono ancora riuscire a vivere con questo orrendo peso” ha scritto sul profilo Facebook, ringraziando le migliaia di persone che costantemente indirizzano attestati di vicinanza alla sua famiglia.

Sul quotidiano “La Nuova Sardegna” compaiono le frasi che Marco avrebbe indirizzato ai due giovani arrestati poiché ritenuti presunti responsabili dell’omicidio di Stefano.  «L’ultima volta è stato visto insieme a te, e allora ci devi dire che fine hai fatto fare a Stefano» avrebbe detto appellandosi al primo per poi passare al secondo. «Tu, invece, hai incendiato la sua macchina, quindi sai bene dove si trova mio figlio. Allora parla».

Per tanto tempo la famiglia Masala ha sperato di poter riabbracciare quel figlio amato da tutti e con tutti sorridente. Adesso non più. Il silenzio che trafigge i cuori confida in una giustizia che dovrà fare pienamente il suo corso e nell’attesa di un corpo che ancora non è stato restituito alle preghiere di chi gli ha voluto bene. 

"Mi manca Stefano - diceva Carmela prima di morire -. Lui riempiva le mie giornate di gioia. Mi manca Stefano, che una sera è uscito per non tornare più".