Gli esperti, nominati dalla Procura della Repubblica, dovranno accertare se al momento del raptus omicida, l’imputato era capace di intendere e di volere. Questa mattina si è aperta la prima udienza nella quale sono stati sentiti come testimoni il marito e una delle figlie della donna uccisa: hanno raccontato davanti ai giudici quel clima di paura e di tensione che da tempo si respirava tra i due nuclei familiari. Poi, un movente assurdo che spinse Frailis ad uccidere senza pietà: un volatile che emetteva ‘rumore’ e diceva parolacce, da lì la premeditata esecuzione al parco con 11 pugnalate nei confronti di Maria Bonaria Contu.

Un drammatico episodio di sangue, si consumò poco più che un anno fa, giorno in cui il disoccupato 47enne, Ignazio Frailis si macchiò di sangue uccidendo a coltellate nel parco di Santa Lucia, Maria Bonaria Contu, di 57 anni, di Capoterra. Il motivo? Futile, ma a prescindere, assurdo: la presenza di un pappagallo, il “rumore” e le parolacce che il volatile emetteva dalla gabbia, causa che dava ‘terribilmente’ fastidio all’assassino, un delitto premeditato, portato a compimento in pieno giorno. 

La donna fu avvicinata mentre faceva jogging nei pressi del parco comunale, venne inseguita e raggiunta dall’uomo che poi terminò il gesto feroce con un raptus inspiegabile di freddezza e follia: Frailis la uccise con 11 colpi di fendenti. Prossima udienza a luglio, le udienze saranno seguite (come è accaduto stamane in aula a Cagliari), dalla trasmissione Rai, 'Un giorno in Pretura'.