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“C’è chi non ha paura di sfidare i poteri forti, quelli a cui i partiti che hanno sempre governato lo Stato si sono sempre piegati, socializzando le perdite (cioè facendole pagare a tutti noi) e regalando altissimi profitti ai privati. Non è un eroe, è un cittadino comune, come noi. Un cittadino coraggioso, che pur di far valere i propri diritti non ha avuto paura di sfidare colossi come Benetton e Caltagirone: si chiama Ovidio Marras, è un pastore di 88 anni che vive e lavora nella costa di Teulada. Mi piacerebbe poterlo incontrare per ringraziarlo personalmente”.
Lo afferma in un post sulla sua pagina Facebook il candidato alla presidenza della Regione del Movimento Cinquestelle, Mario Puddu, che nel suo intervento rievoca la vicenda che ha visto l’anziano pastore contrapporsi vittoriosamente ai colossi del cemento della Sitas, una società composta da nomi forti del capitalismo italiano: “Benetton (sì proprio loro, quelli del ponte Morandi di Genova) che con Caltagirone, Toti, e il supporto del Monte dei Paschi di Siena avevano messo occhi e cemento (tanto cemento, 150 mila metri cubi per alberghi, ville, centri benessere e parcheggi), su terreni a312 metridal mare che furono degli avi di Ovidio. Terreni che si affacciano su una delle coste più belle del Mediterraneo, e quindi, del mondo: Capo Malfatano, comune di Teulada”.
Lo scorso 18 agosto la Sitas è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Cagliari. “Niente più cemento, niente più ecomostri” spiega il candidato Cinquestelle, “e questo grazie alla tenacia di Ovidio e del suo caparbio senso di giustizia.
“Nella sua semplicità Ovidio esprime e tutela altissimi valori: «La terra resta. Su dinai, mancai no portat alas bolat - i soldi anche se non hanno le ali, volano»”, conclude Mario Puddu. “Dopo otto anni la battaglia è vinta, almeno parzialmente. Resta da abbattere l’ecomostro - e noi vigileremo perché chi abbia fatto lo scempio rimedi - e una sciagurata legge urbanistica che il Pd e la sua Giunta Pigliaru che permette ai Benetton, Caltagirone, e agli altri poteri forti legati a finanza e cemento di poter fare, di nuovo, della Sardegna il loro parco giochi, a discapito di tutti i sardi”.