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Il 23 luglio 2018 sarebbe stata pestata e lasciata per ore agonizzante in casa, prima di essere accompagnata alla guardia medica di Arzachena e quindi all'ospedale di Olbia, dove arrivò già in coma. Per l’omicidio di Zeneb Badir, 34enne di origine marocchine, avvenuto in uno stazzo di Baja Sardinia, la Corte d'Assise di Sassari, un anno fa, ha condannato a 21 anni di carcere due connazionali della vittima, Jalal Hassissou, di 41 anni, e Soufyane El Khedar, di 37.
Oggi a Sassari è iniziato oggi a Sassari il processo d'appello. Davanti alla Corte d'assise presieduta dal giudice Salvatore Marinaro (a latere Plinia Azzena) e al sostituto procuratore generale, Stefano Fiori, gli avvocati difensori, Cristina Cherchi e Agostinangelo Marras, hanno presentato due istanze per chiedere l'acquisizione del verbale per sommarie informazioni in cui si riferisce delle confidenze che uno degli imputati avrebbe fatto a un compagno di cella riguardo all'omicidio (il teste è detenuto in Brasile ed è già stata richiesta la sua presenza al processo a Sassari), e la nomina di un consulente tecnico d'ufficio per accertare se Zeneb Badir fosse affetta da gravi patologie che potrebbero essere state concausa della sua morte.
Presente in aula anche l'avvocato Damaso Ragnedda che rappresenta la famiglia della vittima, costituitasi parte civile. La Corte ha aggiornato l'udienza al 13 settembre 2021 per sciogliere le riserve sulle istanze della difesa.