PHOTO
“Questa volta mi spediscono dritto in galera. Tutto già scritto, come volevasi dimostrare, i carabinieri mi cercavano da giorni per una notifica, l'ennesima di un calvario giudiziario che si annuncia lungo e difficile. Stamane ho varcato il portone della Compagnia dei Carabinieri di Iglesias per le notizie di reato che mi attendevano”. A parlare è Mauro Pili che attraverso la propria pagina Facebook racconta quanto accadutogli:
“Ignoravo quale fosse questa volta l'oggetto del contendere, del resto di nemici e criminali profittatori e violentatori della Sardegna ne ho combattuto più d'uno e non era facile indovinare quale fosse l'ennesimo reato contestatomi. Niente indagini questa volta, direttamente a processo, il 21 maggio prossimo nel Tribunale penale di Cagliari. L'accusa è scritta per esteso nella notifica: il 3 agosto del 2014 il Pili Mauro si introduceva presso il Poligono Militare Addestrativo di Capo Teulada. Reato commesso, recita il decreto del Pubblico Ministero, in Teulada, località "Porto Zafferano, Bocca de Corti, Cala Brigantina.
5 anni dopo quei fatti vado a processo, imputato di essermi introdotto, il 3 di agosto del 2014, in uno specchio acqueo davanti alla base militare di Teulada
il 3 di agosto! con migliaia di turisti sulla costa vietata perchè vietata? perchè interdetta? per quale motivo lo Stato decide di perseguire un cittadino sardo perchè transita con un modesto gommone davanti alle spiagge più esclusive della Sardegna? era forse vietato battere bandiera sarda, come facemmo in centinaia quel giorno davanti a quel poligono illegale?
La parte offesa, secondo il procedimento penale, è il ministero della difesa - esercito Italiano - difeso direttamente dall'avvocatura di Stato.
Si ribalta la storia, anzichè essere i Sardi offesi da cotanta protervia e violenza, sono gli occupanti illegali e criminali a dichiararsi offesi.
Ho pensato più volte che avessero rinunciato a quella minacciata denuncia di quei giorni di 5 anni fa e invece, cessato il mio impegno parlamentare, puntualmente lo Stato, il ministero della difesa, invoca un processo penale nei miei confronti dove, utilizzando altri procedimenti già in corso per altre battaglie civili e politiche, tenta di farmela pagare.
Pagare per non aver taciuto, per aver messo nero su bianco tutto quello che succedeva dentro quel poligono, per aver contrastato l'arroganza di chi se n'è fregato della salute dei militari e delle popolazioni mi fanno pagare la mia relazione d'inchiesta sulle morti nei poligoni, dei disastri ambientali che dovevano restare dentro le segrete stanze del ministero della difesa e non solo.
bene! avete scelto la strada più dura, è vero, nel momento forse di massima e apparente debolezza del sottoscritto! ma se dobbiamo dircela tutta, venderò cara la pelle. Probabilmente quel processo non sarà solo per una violazione di un gommone in una insenatura meravigliosa di proprietà del Popolo Sardo probabilmente sarà l'occasione per aprire ancora di più gli armadi e gli scheletri di ciò che è stato fatto dentro quel poligono, dalle scorie radioattive al traffico dei missili Milan non importa se sarò solo in questa ennesima battaglia contro l'arroganza di uno Stato vigliacco che ha devastato aree straordinarie della nostra terra per interessi e affari delle industrie belliche so di essere in compagnia della mia coscienza, della mia onestà, del mio essere un Sardo libero che non si fermerà davanti alla galera di Stato o al bavaglio di regime fatevene una ragione, generali, ministri e compari dell'industria bellica ci vediamo il 21 maggio prossimo al processo, io ci sarò a schiena dritta e testa alta"