“Tirrenia chiude i battenti, minaccia mille licenziamenti e annuncia la chiusura degli uffici amministrativi di Cagliari. Dopo la farsa della sede legale che doveva essere riportata in Sardegna adesso l'annuncio: chiudiamo la sede amministrativa di Cagliari. La comunicazione fatta dai rappresentanti di Tirrenia - Cin ai sindacati ieri sera nella sede della società a Roma annuncia tagli per mille lavoratori, accorpamenti, razionalizzazione. E’ scattata di fatto l’operazione ricatto sociale con l’illusoria pretesa di rivendicare la proroga della convenzione con lo Stato. Si tratta del nuovo vergognoso tentativo di Onorato di scaricare le responsabilità gestionali della compagnia sulle spalle dei lavoratori. Un’operazione spregiudicata che appare già di per sé priva di qualsiasi credibilità”. 

Lo ha detto il leader di Unidos Mauro Pili in merito alle comunicazioni che Cin – Tirrenia ha reso ieri sera Roma alle organizzazioni sindacali. 

“Il verbale d'incontro è durissimo con la Tirrenia che annuncia tagli e chiusure e il sindacato che respinge l'informativa e annuncia la mobilitazione. Siamo dinanzi ad una società inaffidabile che tenta ancora una volta di usare i lavoratori come scudo umano degli affari della famiglia Onorato e si permette il lusso di fare e disfare a suo piacimento su una convenzione pagata lautamente dallo Stato con ben 73 milioni di euro all’anno. Il caso della sede di Cagliari è paradossale: 4 anni fa era stata destinata a sede legale della compagnia in cambio di un taglio netto di servizi alla Sardegna, con la riduzione di corse e frequenze, per oltre 20 milioni di euro di valore. In cambio la compagnia aveva deciso di spostare la sede legale in Sardegna, operazione che avrebbe dovuto generare entrate fiscali di 30 milioni di euro all'anno. Peccato che lo scorso anno la sede legale è stata spostata a Milano con la conseguenza che la Sardegna ha perso sia servizi per 20 milioni di euro, sia i 30 milioni di euro di entrate fiscali. Ora la decisione vergognosa di chiudere persino gli uffici amministrativi. Si tratta dell’ennesimo imbroglio ai danni dei sardi considerato che nemmeno un anno fa, prendendo in giro molti ma non tutti, Onorato aveva parlato di una sede legale spostata solo per qualche mese a Milano ma che poi sarebbe ritornata a Cagliari. Peccato – ha proseguito Pili - che fosse l’ennesima presa in giro ai danni della Sardegna e dei sardi”. 

“Oggi la sede viene chiusa con uno scippo milionario di entrate fiscali (60 milioni) e un taglio di servizi per non meno di 60 milioni. Tutto questo con una Sardegna ingannata in lungo e in largo con la Regione di ieri e di oggi inerte, incapace e di fatto complice di questo ennesimo misfatto”. 

“La chiusura di Cagliari e il coatto trasferimento del personale è solo l'ennesimo atto contro la Sardegna. Tirrenia ha anche annunciato il licenziamento di mille esuberi da settembre 2020, imputando il tutto alla mancata proroga della convenzione. Peccato che i vertici di Tirrenia - incalza Pili - non abbiano raccontato lo svuotamento dei conti correnti di Tirrenia da parte di Moby con 87 milioni di euro prelevati senza colpo ferire alla fine dello scorso anno. Un agguato alle casse di Tirrenia che oggi impunemente parla di mille esuberi imputando il tutto alla mancata proroga della convenzione. Un tentativo estremo e maldestro di utilizzare i lavoratori come scudo umano – conclude Pili - per richiedere una proroga fuorilegge e illegale”.