I militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Quartu Sant’Elena, in collaborazione con personale  della Stazione temporanea di Flumini di Quartu Sant’Elena, nell’ambito delle attività finalizzate a frenare il fenomeno del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, da attività info-investigativa apprendeva che in un appezzamento di terreno ubicato in agro di Flumini di Quartu, era stata impiantata una coltivazione di marijuana.

Sulla scorta di quanto appreso, venivano predisposti mirati servizio di osservazione che confermavano la presenza di una piantagione di cannabis alta circa 2 mt insistente su un appezzamento di terreno fertile di circa mq 2.000, sito in via Mar Artico del litorale quartese.
Gli accertamenti successivi permettevano di risalire ai locatari del fondo che venivano identificati e poi denunciati una coppia di ragazzi, Z.F. 36enne di Assemini e F.A. 34enne di Elmas che di fatto risultavano irreperibili presso le loro residenze.

Solo dopo diverse ore, gli stessi venivano rintracciati e sentiti presso la caserma di Flumini di Quartu ove ammettevano di avere la disponibilità del terreno e che nello stesso era insita una azienda intestata alla ragazza, destinata alla coltivazione autorizzata di cereali, legumi da granella, semi oleosi e canapa. Nell’ambito degli accertamenti, pur emergendo la chiara intenzione da parte dei predetti di dimostrare la legalità della piantagione, appariva chiara la volontà di omettere  il loro attuale domicilio.

Tale condotta, finalizzata presumibilmente a depistare l’attività di indagine,  insospettiva i militari che riuscivano comunque, solo dopo diverse ore, ad individuare la loro effettiva dimora, localizzata  nel promontorio montuoso della limitrofa località di Terra Mala. Avendo fondato motivo che presso tale abitazione vi fossero occultati materiali e/o cose pertinenti i reati oggetto di indagine, si procedeva a perquisizione locale che consentiva di rinvenire
-       kg 1,130 di inflorescenza essiccata di sostanza stupefacente del tipo marijuana asseritamente di qualità light e pertanto ritenuta dagli interessati “marijuana legale”,
-       Alcuni grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana contenuta in un barattolo in vetro spontaneamente consegnato dagli interessati e detenuto per uso personale non terapeutico;
-       locali adibiti a:
·       laboratorio per la coltivazione in vaso, dotato di coimbentazione con pannelli riflettenti, impianto di riscaldamento, illuminazione e areazione, vasi, concime e strumenti per il controllo elettronico dell’umidità;
·       lavorazione dello stupefacente con presenza di bilancino, vari contenitori, bustine ed etichette per il confezionamento in dosi.
La perquisizione, estesa all’azienda agricola ubicata in Quartu San’Elena consentiva di rinvenire e sottoporre a sequestro:
-   n. 224 piante di cannabis sativa light presumibilmente di tipo “carmagnola”, in buono stato vegetativo, alte mediamente 2/2,5 metri, in principio di infiorescenza, coltivate a terra di cui veniva fornita la certificazione;
-   n. 41 piante di cannabis sativa light presumibilmente di tipo “finola”, in buono stato vegetativo, alte mediamente 0,5 metri, in fase di piena infiorescenza, coltivate a terra e poste in un filare periferico del fondo, a ridosso di un  canneto e quindi non facilmente individuabili.
Peraltro, della varietà in esame, non veniva fornita la prevista  certificazione incorrendo, quindi, nella violazione dell'articolo 3, della legge n. 242 del 2016, che prevede la  conservazione del cartellino della semente certificata e la relativa documentazione di acquisto, per un periodo non inferiore a 12 mesi, e, in ogni caso, per tutta la durata della permanenza della semente stessa presso l'azienda vivaistica di produzione.
Al fine di verificare l’analisi qualitativa e quantitativa dello stupefacente rinvenuto,  l’esatta natura delle piante messe a dimora,  il rispetto  dei parametri  ai fini della coltivazione con espresso riferimento al tasso di THC il cui limite rimane invariato a 0,2% e la regolarità delle operazioni di commercializzazione in laboratorio esterno all’azienda, il tutto è stato posto  in sequestro al fine di consentire l’esecuzione di opportuni campionamenti a cura del consulente tecnico che verrà nominato dall’A.G. procedente.