Anche Anna Maria Fadda varca la soglia dei centenari, privilegio che in Sardegna si ritagliano più le donne che gli uomini, ma che vanta un numero di riguardo per coloro che tra sacrifici, ricordi e traversate toccano l’importante anniversario in un clima di festa e dentro l’abbraccio degli affetti più cari. 

È Meana Sardo, oggi, a spegnere idealmente le cento candeline sulla torta di una nonna di otto nipoti, madre di sette figli, nata nel 1921, l’anno del Fascismo, come scrisse Mussolini, in piena ondata rivoluzionaria con i venti che spiravano dall’Est dell’Europa e Vittorio Emanuele III seduto sul trono del Regno d’Italia. 

E gli effetti di una Storia che accade passano accanto anche a questa donna che supera con forza e carattere le vicissitudini legate alla Seconda guerra mondiale e di una vita non sempre facile e contrassegnata da due gravi lutti: la perdita del marito e di una giovane figlia. 

L’amore incondizionato per chi la circonda, una solida fede e il temperamento docile e ferrato allo stesso tempo, fanno di lei una donna d’altri tempi, responsabile e determinata, poco incline al riposo e sempre dedita alla cura dei figli, della casa, della campagna. 

Il Natale che arriva sussurra sui pensieri che poggiano sui ricordi che affiorano dal cuore, mentre la memoria riavvolge il nastro di una vita tra una preghiera di ringraziamento e un mare di auguri da vagliare.