Davanti al punto vendita di Sestu, sull’ex ss.131, con bandiere e volantini per dire “No ai tagli occupazionali”: oggi sciopero nazionale dei dipendenti Mediaworld, in particolar modo nell’Isola i riflettori di Mediamarket   (l'azienda madre), sono puntati sulle due sedi, Sassari  (dove le maestranze sono 50) e Sestu,  con  invece 70 buste paga  totali: “La manifestazione di questa mattina – dice Cristiano Ardau, segretario generale  Uil-Tucs – è anche a sostegno della vertenza nazionale, nell'incontro a Roma dello scorso 16 Febbraio le trattative sono saltate con la proclamazione dello sciopero nazionale, l'azienda ha dichiarato di non voler prorogare il contratto di solidarietà e di ricorrere ai trasferimenti del personale dai punti vendita in crisi costringendo i dipendenti a trasferirsi in altre province o regioni, non solo – aggiunge il sindacalista - ha dichiarato di  togliere le maggiorazioni percentuali sul lavoro domenicale. Questo a seguito di una situazione di crisi su cui però  si sono rifiutati di fornire i dati e i dettagli, valutate tali decisioni aziendali inaccettabili e imposte unilateralmente  aggirando il confronto sindacale, si é ritenuto proclamare la giornata di sciopero”. 

IL GRIDO D’ALLARME. “Ogni lavoratore ha una famiglia – scrivono i dipendenti Mediaworld – c’è un progetto di vita che deve essere rispettato. Respingiamo il taglio delle retribuzioni che l’azienda ha annunciato, chiediamo il miglioramento delle condizioni di lavoro e il rispetto della professionalità, chiediamo soltanto investimenti nella rete di vendita, nel servizio al cliente che garantiscano il nostro futuro occupazionale”.