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LA PROCEDURA L'azienda dell'Aga Khan dà, dunque, il via alla procedura di mobilità per «1.478 unità in esubero strutturale per Meridiana Fly (262 piloti, 896 assistenti di volo e 320 personale di terra) e di 156 unità per Meridiana Maintenance, la maggior parte delle quali già oggi interessate da Cigs». Vale a dire: 1600 dipendenti via dall'azienda, senza più stipendio e solo con il sostegno dell'ammortizzatore sociale per un certo periodo. Giusto il tempo (circa 70-80 giorni) che si compia la procedura prevista dalla legge per la mobilità (con l'apertura dei tavoli di confronto con i sindacati) e il rapporto dei lavoratori con l'azienda si interromperà. Il licenziamento, a quel punto, scatterà inesorabilmente. Così hanno deliberato ieri i consigli di amministrazione di Meridiana Fly e Meridiana Maintenance, d'accordo nell'accelerare il piano di riduzione del personale e del cambio flotta per affrontare il mercato «già dal 2015». Perché l'azienda, entro questa data, punta ad avere «tutti aerei di tecnologia Boeing» e di conseguenza «una dimensione del personale adeguata, con drastica riduzione dei costi operativi».
LE MOTIVAZIONI Tutto nella norma, secondo Meridiana, che si appella alla procedura attivata al ministero a febbraio 2011, nella quale era stato deciso «d'intesa con i sindacati», cassa integrazione straordinaria per 4 anni e la successiva mobilità. «La compagnia è rimasta troppo a lungo legata alla sua struttura industriale degli anni '90, invece per rimanere competitivi bisogna adeguarsi al cambiamento, anzitutto tecnologico». Un «passo doloroso», ammette Scaramella ma «necessario» per il rilancio dell'azienda, nonostante «siamo soddisfatti dei risultati sin qui raggiunti». «In questi anni l'azienda, con il fondamentale supporto del proprio azionista (che ha investito più di 350 milioni di euro solo negli ultimi 5 anni,ndr ) si è impegnata a mantenere il maggior numero di risorse in attività con la cigs a rotazione». Ma ora «il problema non è più rinviabile», scrive il ceo di Meridiana che punta il dito contro «compagnie low cost straniere sostenute da importanti contributi e da costi nettamente inferiori a quelli dei vettori tradizionali». Ragioni che per la Regione non giustificano i licenziamenti. «Un'emorragia di posti di lavoro - scrive Deiana - dobbiamo scongiurarla».