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L’avvocato Corrado Altea è stato interrogato in carcere dal gip Giorgio Altieri e dal pm Gilberto Ganassi. Per i magistrati, il legale originario di Arbus svolgeva una parte attiva all’interno dell’organizzazione dei trafficanti di droga che secondo la pubblica accusa faceva capo a Graziano Mesina e in particolare, riguardo al sud Sardegna, a Gigino Milia, più volte compagno di viaggio del crimine, in passato, dell’ex ergastolano, così come avrebbe riferito lo stesso Altea nel corso dell’interrogatorio.
Quindi, i rapporti dell’avvocato inquisito con i narco-trafficanti sarebbero andati ben oltre quelli meramente professionali, attraverso ruoli ben definiti nella banda sgominata la settimana scorsa con’arresto di 25 persone. Davanti al gip e al pm, Altea avrebbe detto di essere vittima di strumentalizzazioni e parlato anche di un incontro con Mesina, teso a evitare le conseguenze delle minacce di morte dell’ ex re del Supramonte nei confronti di Gigino Milia, colpevole di qualche mancato pagamento della droga. “Mesina, quando s’infuria, è una tigre”, avrebbe affermato l’avvocato durante l’interrogatorio.