La violenza sulle donne è un problema sociale, un vero e proprio allarme che attanaglia il mondo e che purtroppo è sempre esistito. Che non si è affievolito con la diffusione della cultura e con la scolarizzazione di massa perché a quanto pare ha radici più profonde della semplice ignoranza e del modo di vivere di una volta, secondo cui la donna si riduceva a mera proprietà dell’uomo e ad una macchina "sfornafigli".

La violenza sulle donne è spesso esercitata da uomini che, agli occhi della società, sono mariti, fidanzati, compagni, padri, nonni, zii, fratelli, figli, lavoratori impeccabili, colti, dal modo di pensare apparentemente al passo con i tempi, eppure i numeri raccontano un’Italia patriarcale in cui c’è ancora tanto da fare in termini di informazione e sensibilizzazione.

Una questione culturale che non è appannaggio dei soli uomini, ma che riguarda anche le stesse donne. Il patriarcato, purtroppo, è ancora radicato nel modo di pensare di molte persone, poiché costituisce spesso lo sfondo in cui si è cresciuti ed è difficile da debellare, soprattutto se la società in senso esteso sembra fare di tutto per non sradicarlo.

In occasione di questo 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne, Sardegna Live ha raccolto le dichiarazioni di diverse persone, in particolare donne, una di queste è Isangela Mascia.

Sindaca di Domusnovas e Psicologa clinica, Isangela ci ha dato spunti molto interessanti sia in quanto Psicologa che si occupa specialmente di stalking, sia in quanto giovane Sindaca di un paese del Sud Sardegna molto attivo, sia in quanto donna.

Buongiorno Isangela. La violenza contro le donne è ormai un problema sociale: in Sardegna sono aumentate le chiamate ai centri antiviolenza e ai numeri di emergenza soprattutto durante i periodi di lockdown. Cosa pensa di questo fenomeno?”

Buongiorno a voi. Innanzitutto io sono una Psicologa Clinica e negli anni mi sono occupata in particolar modo di stalking; a Roma, nel 2003, con delle colleghe e con il Sindacato di Polizia, abbiamo aperto un Centro antistalking che si occupava, per la prima volta in Italia, di ascoltare le vittime di violenza. Ho anche scritto un libro in proposito, me ne sono occupata per diverso tempo. Nei periodi di lockdown questo fenomeno è aumentato a dismisura proprio perché è tipico che accada all’interno delle mura domestiche: le donne subiscono soprusi, angherie e violenza, sia fisica che psicologica, soprattutto da chi conoscono, in particolare il marito o compagno, e lo stretto e continuo contatto con essi causato dal lockdown ha fatto sì che aumentassero purtroppo i casi di violenze, e così le chiamate ai centri e ai numeri d’emergenza. Quello che spaventa è che, nonostante l’aumento delle chiamate, il fenomeno è ancora molto, troppo nascosto, e questo è un problema gravissimo. Non tutte le donne hanno il coraggio di denunciare proprio perché sono le persone con cui hanno un rapporto stretto a far loro violenza, denunciare il proprio partner o familiare è ancora un tabù”.

A Domusnovas è successo questo? Sa qualcosa in merito a segnalazioni di donne vittime di violenza durante i lockdown e fino a oggi?”

Premetto che io sono stata eletta a Sindaca un mese fa, quindi durante il lockdown non c’ero, però, da ciò che mi risulta, durante il periodo acuto della pandemia non sono state fatte segnalazioni ufficiali, almeno non al Comune, ma non è che questi fenomeni non ci sono stati, semplicemente, purtroppo non sono emersi.”

A Domusnovas ci sono centri antiviolenza o comunque numeri di emergenza a cui le donne interessate possono rivolgersi, Forze dell’Ordine a parte?”

A Domusnovas stiamo organizzando un aiuto per tutti, in particolare per le donne, in collaborazione con un centro sociale di Carbonia, per fare il punto della situazione e capire cosa è meglio fare.”

Di solito le donne vittime di violenza a Domusnovas denunciano o tendono a far finta di nulla per salvare il proprio matrimonio o rapporto?”

Purtroppo molte non denunciano, non posso conoscere numeri e percentuali in quanto ci sono da poco, ma ho già avuto a che fare con situazioni molto gravi di questo tipo e mi dispiace che spesso i familiari e gli amici che sono attorno alla vittima non riescano a percepirne i segnali. Il problema non è tanto “io non sapevo, ma “io non me ne sono accorto”: riconoscere i segnali spetta a chi sta vicino alle vittime: amici, parenti, ma anche semplici conoscenti o vicini di casa”.

Cosa consiglia alle donne vittime di violenza?”

Quello che mi piacerebbe che TUTTE le donne facessero è anzitutto rete, unione tra di noi, che ci si aiutasse a vicenda. Mi piacerebbe che le donne vittime di violenza si rivolgessero alle Forze dell’Ordine, ai Servizi Sociali perché non c’è da vergognarsi, e che lo facessero anche le altre persone, le altre donne al posto loro, per la propria amica, vicina di casa, parente ecc..

La cosa importante è che passi il messaggio che le Istituzioni ci sono, mi rendo conto che spesso il carnefice non viene punito e questo fa perdere un po’ di fiducia alle vittime, ma è un gran passo avanti già il solo riconoscimento della situazione della vittima. Bisogna reagire e imparare a volersi bene, capire che non dobbiamo metterci al secondo posto per salvare un matrimonio o rapporto che cade a pezzi e che ci fa del male, fisico e/o psicologico. Questo è ciò che dobbiamo fare per noi stesse, per le nostre figlie e per chi verrà dopo di noi”.

Cosa possiamo e dobbiamo fare tutti per questo problema sociale?”

Assolutamente informarci tantissimo e fare rete, riconoscere il fenomeno e denunciarlo. Si tratta purtroppo di un fenomeno che si sta allargando sempre di più, è vero però che è sempre esistito. Io ricordo che nel 2002, quando studiavo il fenomeno stalking, molte persone mi dicevano che negli anni passati non esisteva. Non è assolutamente così, esisteva eccome, solo che non c’era un nome per definirlo e soprattutto non lo sapevamo riconoscere. Adesso, grazie ai social, alla comunicazione e alle tante informazioni sul web, lo si conosce maggiormente, ma non sempre si riesce a dargli dei limiti, dei confini, a capire quando un atto che può sembrare impercettibile possa essere invece molto grave e pericoloso. Molti pensano che violenza significhi dare un pugno in faccia, senza capire che è anche e soprattutto altro: esiste la violenza economica, la violenza psicologica, quella sociale. Anche l’isolamento è spesso conseguenza di violenza: “Tu non esci se non sei con me. Tu lì se non ci sono io non vai” ed è molto grave che ancora non venga riconosciuto come tale. Quindi informarci e saper riconoscere i segnali sono le prime cose che tutti dovremmo fare."

Cosa è in programma a Domusnovas per il 25 novembre?”

Abbiamo organizzato una giornata nella quale si parlerà di rispetto e solidarietà nei confronti di tutti, in particolare delle donne, dell’importanza del ruolo femminile in tutte le situazioni e inizieremo a farlo dalla scuola. Il 25 mattina, andrò io stessa in tutte le scuole del paese portando in ogni classe un fiocco rosso, simbolo di questa giornata, e spiegherò ai bambini cosa significa rispetto per la donna e per tutti, la libertà di pensiero, di parola, di azione, cosa vuol dire aiutare chi è in difficoltà. Per i ragazzi della terza media abbiamo organizzato un incontro con un Carabiniere che lavora nel Pool antiviolenza dell’Arma dei Carabinieri. Nel pomeriggio si svolgerà una manifestazione in collaborazione con la FIDAPA SEZIONE SULCIS e con l’Associazione Elda Mazzocchi Scarsella, oltre che con altri cittadini”.